Udine fa da apripista per un nuovo trattamento contro il coronavirus a base di ozonoterapia. L’innovativo protocollo ha appena ricevuto il via libera del comitato etico del Friuli Venezia Giulia, sarà testato su circa 200 pazienti e i risultati saranno confrontati con la normale terapia antivirale per valutarne l’efficacia. La procedura, che prevede tre o quattro infusioni di ozono nel sangue, è piuttosto semplice e ha già dato risultato positivo in persone che rischiavano di finire in terapia intensiva e che invece sono migliorate senza bisogno di venire intubati (35 su 36 sono stati dimessi dal reparto malattie infettive).

Lo studio è stato messo a punto nei mesi scorsi all’interno del dipartimento Anestesia e Rianimazione dell’azienda sanitaria universitaria “Friuli Centrale” diretto da Amato De Monte, e verrà somministrato da quel team medico. Tuttavia, all’esperimento friulano guardano già da settimane altre strutture soprattutto del Nord Italia. E se gli esiti confermeranno l’efficacia probabilmente si moltiplicheranno i candidati all’uso dell’ozonoterapia. Dopo il via libera a Udine, giovedì, richieste sono già arrivate da Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Toscana, Campania e Basilicata. Le aspettative sono alte, e se non altro il trattamento non presenta effetti collaterali. Anche per questo l’autorizzazione del comitato etico è arrivata in pochi giorni (al netto di un inghippo burocratico che all’inizio aveva provocato un rimpallo di competenze con lo Spallanzani di Roma ritardando l’avvio del procedimento).

Soddisfatto Amato De Monte: “Questa cura nasce inizialmente per malattie cardiovascolari, avevamo già ottenuto l’autorizzazione. Quando è scoppiata l’epidemia l’abbiamo applicata a pazienti infetti dal covid-19 ottenendo un risultato straordinario. Dopo pochi giorni non c’era più bisogno del casco di supporto alla respirazione. Molto raramente siamo dovuti arrivare alla quarta e ultima infusione”. Anestesista rianimatore di grande esperienza, nel febbraio 2009 De Monte attuò il protocollo di sospensione della nutrizione artificiale a Eluana Englaro, la ragazza in coma irreversibile da 17 anni. Una vicenda che, a causa del lungo percorso giudiziario intrapreso dal padre Beppino per ottenere il distacco del sondino, divenne il simbolo del diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico.

La procedura di ozonoterapia sarà randomizzata (ovvero a scegliere i destinatari sarà un software) e consisterà nell’immissione di ozono – una volta al giorno – in 200 millilitri di sangue prelevato al paziente. La cura dovrebbe potenziare la risposta dell’organismo all’infezione in atto rallentando l’infiammazione e riducendo il danno ai polmoni. In parallelo sarà osservato un gruppo di pazienti curato solo con antivirali per paragonare l’efficacia dei due trattamenti. Le prossime due settimane, in sostanza, saranno decisive per capire se in attesa del vaccino la comunità scientifica è entrata in possesso di una preziosa arma contro il coronavirus.