Una fase di espansione, in vista del congresso
Parlamentari, iscritti, donazioni: Italia Viva cresce ancora
Presentazione ieri alla stampa di tre nuove esponenti Iv: la deputata Isabella De Monte che ha lasciato Azione per Italia Viva, l’assessora regionale sarda Anita Pili, che viene dai Dem; e la consigliera comunale di Genova Arianna Viscogliosi, ex Forza Italia.

Italia Viva cresce e si rafforza: è l’unico soggetto politico che ha acquistato peso in Parlamento, in questo primo anno di legislatura. Ricevendo deputati e senatori da altri soggetti. Ma anche consiglieri comunali, sindaci, consiglieri regionali. L’attrattività del soggetto renziano, promotore del Centro riformista, non è mai stata così forte. E se dal gruppo è uscita Elena Bonetti, gli ingressi portano a un saldo positivo: IV ha oggi più parlamentari di quando è iniziata la legislatura.
Matteo Renzi e Raffaella Paita ne hanno dato notizia ieri, incontrando giornalisti italiani e stranieri alla Stampa Estera. Intorno a Renzi e a Paita siedono volti nuovi, che i fotografi ritraggono con curiosità. C’è la deputata Isabella De Monte che ha lasciato Azione per Italia Viva, l’assessora regionale sarda Anita Pili, che viene dai Dem; e la consigliera comunale di Genova Arianna Viscogliosi, ex Forza Italia. In prima fila, al centro, davanti a loro, siede Enrico Borghi, che adesso è capogruppo IV al Senato e fino a un mese fa era con il Pd.
È Paita, coordinatrice nazionale del partito, a fare gli onori di casa: «Gli ingressi che vi abbiamo presentato sono una continuità con i mesi precedenti, quando è arrivato Enrico Borghi, la deputata Naike Gruppioni e la consigliera regionale dell’Emilia Romagna Giulia Pigoni da Azione. Adesso abbiamo avuto altri ingressi importanti: un importante ritorno, quello di Maurizio Sguanci, consigliere della regione Toscana, Rosa Maria De Giorgi, ex vicepresidente vicaria del Senato, dal Pd di Schlein e tanti altri amministratori dai territori che ci aiuteranno nella costruzione del centro riformista».
Una fase effervescente, per IV: a tre settimane dal congresso arrivano adesioni di peso, migliaia di iscrizioni e contributi raddoppiati dal 2 per mille dell’anno scorso. Renzi fa la sintesi: «È un momento politico in cui si scrivono tweet e non si scrivono le leggi, si presentano le coperture e poi si fanno i buchi di bilancio, c’è bisogno di competenza. Italia Viva non vede nessuna fuga dal partito, semmai una fuga verso il partito. I numeri del 2 per mille lo dimostrano: abbiamo preso più contributi della Lega e di Forza Itala». E può chiosare sulla deriva di autorevolezza che divide in parti uguali tra maggioranza e opposizione: «Il caos prevale sulla politica, il governo non sta brillando, la Meloni doveva andare al vertice di Biden non in pizzeria. Però siamo anche all’opposizione di questa opposizione fatta di populisti e parolai».
Le new entries si presentano alla stampa. Isabella De Monte parla di un «Ritorno a casa, nel posto dove mi sento bene con la mia storia»: la deputata si definisce renziana della prima ora, innamorata della Leopolda e di un certo rispetto per il confronto di idee e la democrazia interna. Approda in Italia Viva con un sospiro di sollievo. «Sono molto contenta di questo coinvolgimento, di poter partecipare a questo nuovo progetto di costruzione del centro», ha detto la consigliera comunale di Genova Arianna Viscogliosi. E la consigliera sarda Pili mette l’accento sulla «Necessità di ritrovare una dimensione di profondità per la politica, un recupero di quella competenza che non si trova in altre formazioni politiche».
La forza di IV è data anche dalle mancanze altrui, inutile negarlo. La deriva “farfallona” del “Nuovo Pd” in salsa Schlein ha messo sull’uscio i riformisti. La deriva azzurra della “Forse Italia” di Tajani sta allontanando i garantisti (Zanettin in Commissione giustizia ha dovuto ritirare gli emendamenti a sua firma, li ripresenta Renzi). Il pendolo di Azione, che a giorni alterni afferma e smentisce tutto e il suo contrario, ha fatto il resto: «Vedo che Calenda propone un accordo a Conte e Schlein. Noi – dice Renzi – abbiamo proposto un accordo a due milioni e mezzo di elettori: il sindaco d’Italia non è una mia fissazione, ma una proposta di Azione-Iv, che era prima un’idea del politologo della sinistra francese Maurice Duverger e poi nel programma del Pds. Vogliamo cambiare perché di là c’è Meloni? Calenda guarda a Conte e Schlein, noi al due milione e mezzo di elettori del Terzo Polo», conclude Renzi.
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