Alle 08.30 di lunedì 10 ottobre, i cittadini di Kiev che stavano andando a lavoro o a scuola sono stati colti improvvisamente dal frastuono delle bombe. Contemporaneamente decine di missili sono piombati anche su altre città ucraine dopo una nottata di bombardamenti intensi su Zaporizhzhia, nel sud-ovest del paese. Le notizie sono ancora parziali ma secondo il più importante generale dell’esercito ucraino, Valeriy Zaluzhny, lunedì mattina la Russia avrebbe lanciato in tutto 75 missili contro l’Ucraina, che sarebbe riuscita ad abbatterne 41 con il suo sistema di difesa aereo. Intanto già si contano i morti. Nella capitale secondo il ministro dell’Interno ci sarebbero già 8 morti e 24 feriti in viale Shevchenko, in pieno centro, nella zona dell’Università. Molta gente che si trovava in strada, soprattutto in auto, è morta bruciata.

Kiev da mesi viveva una discreta condizione di serenità. Le ultime esplosioni erano avvenute il 26 giugno. Un missile era caduto vicino alla stazione della metropolitana Lukianivksa, nei pressi della fabbrica strategica Artem. Il fronte di battaglia adesso è a Sud e a Est, molto lontano, sono in corso le controffensive ucraine verso Kherson e in Donbass, Kiev si sentiva tranquilla e le attività erano riprese in semi normalità. Ristoranti aperti, trasporto pubblico funzionante, rimossi quasi tutti i checkpoint nelle strade: sono bastate poche ore per far ripiombare la città nel panico. Cosa ha fatto scatenare questa nuova ondata di violenze in città?

Sabato mattina la notizia dell’attacco al ponte Kerch che collega la Crimea all’Ucraina aveva destato particolare clamore. Il ponte per la Russia non solo è un importante punto strategico per i rifornimenti sul fronte ucraino ma anche simbolico. Un ponte imponente, lungo 19 chilometri e unico collegamento diretto tra la Crimea e Russia. Proprio quel ponte in passato è stato un simbolo della propaganda di Putin. Costato intorno ai tre miliardi di dollari, coi suoi 19 km è il più lungo d’Europa. È stato progettato nel 2015 dopo l’annessione della Crimea, la penisola che Krusciov cedette all’Ucraina nel 1954 e che Putin si è ripreso con la forza inviando le sue truppe nel 2014 nel conflitto seguito alle proteste di Euromaidan. Il presidente russo lo ha inaugurato in persona nel 2018 dichiarando che era la prova più evidente che la penisola era e sarebbe rimasta territorio della Federazione. Quel ponte era l’unico modo per raggiungere la Crimea dalla Russia.

Non è ancora chiaro cosa sia accaduto con precisione e cosa abbia fatto sprofondare parte del ponte. Kiev non ha rivendicato ufficialmente l’attacco e a un certo punto ha iniziato a sostenere che l’esplosione sul ponte di Crimea sia “una manifestazione del conflitto” tra le forze di sicurezza russe. Domenica sera il presidente russo, Vladimir Putin, aveva accusato l’esercito ucraino di avere condotto l’attacco esplosivo sul ponte definendolo “un atto di terrorismo” organizzato per “distruggere un’infrastruttura civile essenziale per la Russia”. Aveva poi aggiunto che gli autori dell’attacco fanno parte dei servizi segreti ucraini, senza fornire ulteriori informazioni o una ricostruzione più accurata dell’esplosione, che ha danneggiato parte di una carreggiata del ponte.

La Russia ha avviato un’indagine, mentre il governo ucraino non ha rivendicato espressamente l’attacco, pur mostrando una certa soddisfazione per l’esito. Un consigliere di Zelensky ha respinto le accuse di Putin e riferendosi alla Russia ha detto che “c’è solo uno stato terrorista” e che “il mondo intero sa quale sia”. Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, posta su Twitter l’immagine del ponte di Crimea colpito e quella di Marilyn Monroe che intona “Buon compleanno” al presidente Kennedy. Come a dire: il nostro regalo a Putin, per i 70 anni compiuti ieri. Oggi Putin parteciperà al Consiglio nazionale di sicurezza per confrontarsi con i rappresentanti dell’esercito russo e di altri esperti sull’esplosione avvenuta sul ponte sabato. Nel corso della riunione potrebbero essere decise ulteriori azioni contro l’Ucraina, dopo i nuovi bombardamenti di questa mattina.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.