Putin punta l’Europa. E l’Europa ribatte. Un fuoco di sbarramento fatto di dichiarazioni muscolari, di minacciosi altolà che delineano scenari sempre più inquietanti. Che minano ogni spiraglio diplomatico e lasciano il campo a una sola “diplomazia”: quella delle armi. Forse inconsapevolmente, ed è un’aggravante, ma siamo già dentro una Terza guerra mondiale. È questo il tratto d’unione tra quanto si dichiara a Mosca, si rilancia a Kiev, passando per Washington e Bruxelles. Non è più muro contro muro. È molto di più e di molto più grave. E l’incubo atomico si fa sempre più concreto.

Il Parlamento europeo chiede all’Ue di aumentare in modo considerevole l’assistenza militare all’Ucraina, senza essere dissuasa dalle minacce atomiche russe, e di preparare una risposta rapida e decisiva nel caso in cui Mosca dovesse condurre un attacco nucleare. È il contenuto della risoluzione, adottata con 504 voti a favore, 26 contrari e 36 astenuti, con cui i deputati europei esortano tutti i Paesi e le organizzazioni internazionali a condannare i referendum in Ucraina e il tentativo della Russia di conquistare territorio con la forza. Tra le altre richieste messe nero su bianco nella risoluzione: un tribunale internazionale ad hoc per il crimine di aggressione contro l’Ucraina e maggiore protezione alle infrastrutture critiche Ue.

I risultati dei referendum farsa, condotti sotto la minaccia delle armi per annettere gli oblast di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia sono privi di valore”, hanno spiegato gli eurodeputati che invitano i Paesi Ue ad adottare “ulteriori severe sanzioni”. Inoltre, esortano gli Stati membri dell’Ue e gli altri Paesi che sostengono l’Ucraina ad aumentare massicciamente l’assistenza militare, in particolare nelle aree richieste dal governo ucraino, mentre “gli Stati Ue esitanti dovrebbero fornire la loro parte di assistenza militare necessaria, per contribuire ad abbreviare la guerra”. I deputati europei definiscono “irresponsabili e pericolose” le recenti minacce russe di usare armi nucleari e invitano “i Paesi Ue e i partner internazionali a preparare una risposta rapida e decisiva nel caso in cui la Russia dovesse condurre un attacco nucleare contro l’Ucraina”.

Inoltre, “qualsiasi tentativo da parte della Russia di presentare gli attacchi ai territori occupati come un attacco alla Russia stessa, e quindi come motivo per un attacco nucleare, è illegale e privo di fondamento e non dissuaderà l’Unione europea dal fornire ulteriore assistenza all’autodifesa dell’Ucraina”, hanno specificato gli eurodeputati. La creazione di una missione di addestramento militare per l’Ucraina da parte dell’Ue attribuisce di fatto all’Ue un ruolo come parte in causa nel conflitto, avverte il ministero degli Esteri russo, citato dalla Tass. L’altro Ieri l’Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell in un post sul suo blog aveva scritto: “Al prossimo Consiglio Affari Esteri del 17 ottobre, spero che potremo lanciare formalmente la nostra missione di addestramento per le forze armate ucraine”.

La risposta europea è nel via libera definitivo da parte del Consiglio Ue all’ottavo pacchetto di sanzioni, che ha ricevuto l’ok di tutti gli Stati membri al termine della procedura scritta. Il pacchetto concordato – che sarà ora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea – include una serie di misure pungenti intese a rafforzare la pressione sul governo e sull’economia russi, indebolire le capacità militari della Russia e far pagare al Cremlino la recente escalation. Il pacchetto concordato – si legge in una nota del Consiglio – introduce nella legislazione dell’Ue la base per stabilire un massimale di prezzo relativo al trasporto marittimo di petrolio russo verso paesi terzi e ulteriori restrizioni al trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi verso paesi terzi.

Sarà vietato fornire trasporto marittimo e fornire assistenza tecnica, servizi di intermediazione o finanziamento o assistenza finanziaria, relativi al trasporto marittimo verso paesi terzi di petrolio greggio (a partire da dicembre 2022) o prodotti petroliferi (a partire da febbraio 2023) originari in o che vengono esportati dalla Russia. La deroga al price cap consentirebbe la fornitura del trasporto e di questi servizi se il petrolio o i prodotti petroliferi sono acquistati a un prezzo cap prestabilito o inferiore. Il nuovo divieto per le navi dell’Ue di fornire il trasporto marittimo di tali prodotti verso paesi terzi si applicherà a partire dalla data in cui il Consiglio deciderà all’unanimità di introdurre il massimale dei prezzi. Il price cap ridurrà drasticamente le entrate che la Russia guadagna dal petrolio dopo che la sua guerra illegale contro l’Ucraina ha gonfiato i prezzi globali dell’energia. Il tetto massimo del prezzo del petrolio può anche servire a stabilizzare i prezzi globali dell’energia.

Per quanto riguarda il commercio, l’Ue estende il divieto di importazione di prodotti siderurgici originari della Russia o esportati dalla Russia. Ulteriori restrizioni all’importazione sono imposte anche su pasta di legno e carta, sigarette, plastica e cosmetici, nonché elementi utilizzati nell’industria della gioielleria come pietre e metalli preziosi, che complessivamente generano entrate significative per la Russia. Saranno inoltre limitate la vendita, il trasferimento di forniture o l’esportazione di beni aggiuntivi utilizzati nel settore dell’aviazione.
Tra le misure anche una nuova lista di persone ed enti che hanno avuto un ruolo nell’organizzazione di referendum illegali, rappresentanti del settore della difesa e personaggi noti che diffondono disinformazione sulla guerra. Il Consiglio ha inoltre deciso di ampliare i criteri di elenco su cui basare le designazioni specifiche, al fine di includere la possibilità di prendere di mira coloro che facilitano l’elusione delle sanzioni dell’Ue.

Sul piano militare, continua la controffensiva e l’avanzata delle forze ucraine nel sud del Paese secondo quanto segnala l’ultimo aggiornamento dell’intelligence britannica riguardo agli sviluppi sul terreno, con le forze di Kiev che spingono il fronte di altri 20 chilometri nel Sud ma che non fendono ancora le posizioni di difesa russe. Lo riferisce il Guardian. Stando al rapporto quindi “le forze russe in genere hanno interrotto i contatti e si sono ritirate”, ma devono adesso risolvere un “dilemma”: se ritirare le truppe dall’altra parte del fiume Dnipro per difendere il resto della regione di Kherson o rimanere e difendere l’area. Nel Donbass, a Lyman, snodo chiave liberato nei giorni scorsi da Kiev, è stato scoperto un nuovo cimitero di massa dove secondo le autorità ucraine sarebbero sepolte decine di vittime civili, giustiziate durante l’occupazione russa. Continuano a cadere missili russi su Zaporizhzhia, ieri mattina sette detonazioni hanno lasciato decine di civili sotto le macerie. Il bilancio provvisorio è di tre morti.

“Non importa quali armi possiate trovare, avete già perso”: così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso dell’altro ieri sera, sottolineando che non c’è nessuna arma che possa aiutare la Russia a vincere la guerra. “Gli ucraini sanno per cosa stanno combattendo. Ora sempre più cittadini russi si rendono conto che devono morire solo perché una persona non vuole fermare la guerra”, ha proseguito. E poi: “Anche se voi (gli occupanti) trovate ancora qualche altra arma da qualche parte nel mondo, come questi Shahed iraniani (i droni Shahed-136 che le forze russe hanno usato ultimamente, ndr) che usate per bombardare le nostre città… non vi aiuterà comunque. Avete già perso”. “Aiutando noi, aiutate voi stessi”. Così Zelensky, collegandosi ieri pomeriggio con il vertice della Comunità Politica Europea in corso a Praga, secondo quanto riferiscono fonti Ue.

La guerra, ha continuato, deve essere “vinta” dall’Ucraina, in modo che la Russia “non colpisca altri Paesi”. L’Ucraina, ha aggiunto, ha bisogno di “garanzie di sicurezza”. Il presidente ha riferito che la Russia usa contro Kiev droni di provenienza iraniana: Mosca – ha detto – vuole “ridisegnare” i confini d’Europa ed è fondamentalmente “antieuropea”. Zelensky si è infine detto convinto che i russi “un giorno perderanno” la guerra in corso. E in un altro video collegamento ha affermato, riferendosi alla Nato:Non solo l’Ucraina deve dimostrare la sua forza alla Russia, ma anche l’Alleanza deve dimostrare che non ha paura della Russia”. Più che da presidente, Volodymyr Zelensky parla da condottiero. Che sente di poter sbaragliare il nemico. La Terza guerra mondiale è anche questo. Una follia, ha più volte affermato Papa Francesco. Ed è follemente irresponsabile non rendersene conto.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.