Dalle parole ai fatti. Volodymyr Zelensky lo aveva detto anche nei giorni scorsi ‘rispondendo’ alla mossa russa di annettere ufficialmente i territori occupati in Ucraina (alcuni solo parzialmente) nelle regioni di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia: non ci sarà alcuna trattativa o negoziato con Mosca finché al Cremlino ci sarà Vladimir Putin.

A distanza di pochi giorni il presidente ucraino ha dato seguito a quelle parole firmando un decreto che sancisce l’impossibilità di negoziati con la Russia, fino a quando Putin resterà presidente della Federazione.

Il decreto mette in atto la decisione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale (NSDC) del 30 settembre sulle azioni dell’Ucraina in risposta ai referendum della Russia di annessione delle quattro regioni, corrispondenti a circa il 15% del territorio ucraino. Lo stesso decreto approva tra l’altro la decisione dell’NSDC sulla domanda dell’Ucraina di adesione alla Nato in modo accelerato, ipotesi per ora fermata dal segretario dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg.

Non si è fatta attendere, ovviamente, anche la risposta della controparte russa. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dall’agenzia Tass, ha sottolineato che “raggiungere la pace in Ucraina è impossibile senza soddisfare le richieste della Russia”. “Per negoziare servono due parti, aspetteremo un cambiamento nella posizione dell’attuale presidente, oppure aspetteremo il futuro presidente dell’Ucraina, che cambierà le sue posizioni nell’interesse del popolo ucraino”, ha aggiunto Peskov.

Il portavoce del Cremlino che ha quindi aggiunto come Mosca non voglia “prendere parte” alla “retorica nucleare” dei “media e dei politici occidentali”. “Nei media occidentali, i politici occidentali, i capi di Stato ora hanno molti esercizi di retorica nucleare. Non vogliamo prendere parte a questo”, ha detto Peskov.

Il riferimento è all’articolo pubblicato oggi dal britannico Times, che in un retroscena scrive come Putin starebbe preparando le sue forze armate per compiere un test nucleare ai confini dell’Ucraina. L’articolo smentito di fatto dal portavoce del Cremlino cita un’informativa inviata dalla Nato a tutti i Paesi alleati, un rapporto di intelligence in cui si avverte di possibili azioni di Mosca fra cui quella di testare il drone sottomarino Poseidon equipaggiato con una testata atomica.

Secondo altre fonti, un treno militare russo della divisione nucleare sarebbe partito in direzione dell’Ucraina: l’unità è responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio e della manutenzione stando all’analista Konrad Muzyka.

Redazione

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