Era stata accolto come una svolta, tra l’altro in concomitanza con la giornata nazionale della salute della donna (22 aprile), l’annuncio dell’Aifa sulla gratuità della pillola anticoncezionale per tutte le donne. Poco più di un mese dopo il dietrofront, o meglio un rinvio in vista di un vero e proprio approfondimento, che genera polemiche e indignazione. Il Consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco ha infatti deciso di non pronunciarsi sulla questione relativa alla gratuità della pillola anticoncezionale per tutte le donne, chiedendo ulteriori approfondimenti.

La fumata nera è stata ufficializzata il 24 maggio, al termine della riunione del Cda che, “preso atto che le Commissioni consultive dell’Agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema Sanitario Nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità – spiega l’Agenzia – ha rilevato che non sussistono gli elementi essenziali per deliberare”. I costi stimati per la gratuità della pillola sono di circa 140 milioni di euro l’anno.

Ancora da stabilire se prevedere la gratuità della pillola per tutte le donne in età fertile, oppure per le donne che versano in condizioni economicamente disagiate o per le giovani fino a 19/26 anni come avviene in alcuni Paesi europei e nelle sei regioni italiane (Puglia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Provincia autonoma di Trento e Lazio) che offrono gratuitamente la pillola anticoncezionale.

La gratuità della pillola anticoncezionale è da tempo al centro del dibattito politico e sociale con posizioni spesso contrapposte. I contrari giudicano infatti tale progetto in controtendenza rispetto alle intenzioni del governo di impiegare i pochi fondi a disposizione per dare impulso alla natalità.

C’è chi, come l’ex parlamentare Lisa Noja, chiama in causa la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella. “Vorrei conoscere l’opinione sulla decisione del CdA di AIFA di non dare seguito alle indicazioni dei comitati tecnici dell’ente di rendere gratuita la pillola anticoncezionale per le donne di tutte le età. Il modo migliore – sottolinea Noja – per prevenire il ricorso all’aborto è di evitare gravidanze non volute attraverso la diffusione dell’informazione sessuale e dell’uso consapevole e accessibile dei contraccettivi. Quindi se, come Eugenia Roccella predica un giorno sì e l’altro pure, vogliamo dare piena attuazione alla legge 194 nella sua interezza, la decisione di oggi dovrebbe essere fortemente criticato dalla Ministra stessa. O no? Attendiamo fiduciosi un suo commento”.

Tra i contrari Pro Vita & Famiglia, che parla di una eventualità “grave e pericolosa”. Anche per Moige-Movimento Italiano Genitori si tratta di un progetto da bocciare affermando che l’Aifa “discrimina chi fa i figli”.

Diversa la posizione del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Filippo Anelli che, dopo l’ok del Comitati prezzi e rimborsi, aveva parlato di “un provvedimento condivisibile, che riduce le ineguaglianze e rende le donne uguali davanti alla salute”. La gratuità della pillola anticoncezionale, per l’Associazione italiana per l’educazione demografica, rappresenterebbe invece “un ritorno al futuro. Nel senso che fino al 1993, ovvero fino a trent’anni fa, la contraccezione era già gratuita, e questo ha contribuito anche alla sua conoscenza e diffusione tra le donne italiane”.

Intervistata dall’Adnkronos Salute, la ginecologa Daniela Fantini, referente in Lombardia di Agite, l’associazione dei ginecologi territoriali, commenta così la ‘fumata nera’: “Le donne continuano a dirmi: ho letto che la pillola è gratuita. E io dovrò continuare a rispondere loro: sì, l’hai letto perché è stato scritto. Ma non realizzato per ora”.

“La contraccezione gratuita, almeno per le ragazze giovani, sarebbe da mettere nei ‘Lea’ (Livelli essenziali di assistenza, ndr) – osserva – Se uno deve studiare, poi non trova un lavoro né una casa a prezzi accettabili, come testimoniano le proteste degli studenti in questi giorni, come fa? E’ chiaro che non va bene cercare un figlio a 40 anni inoltrati, però oggi è cambiata proprio la vita. L’auspicio è dunque che la pillola venga garantita a tutte le ragazze in età fertile proprio per le caratteristiche della vita odierna. Perché, se una ragazza resta incinta senza volerlo quando ha 20 anni, oggi come oggi che fa?”, si chiede la ginecologa.

Redazione

Autore