Resta acquistabile anche dai minorenni, e senza ricetta medica, la pillola dei cinque giorni dopo. È quanto ha stabilito il Consiglio di Stato confermando la sentenza che il Tar del Lazio aveva preso lo scorso maggio e che rigettava il ricorso di alcune associazioni pro-life tra cui Medici cattolici italiani, Family day, Associazione pro vita e famiglia, Movimento per la vita italiano.
Il ricorso delle associazioni si basava sul rapporto tra consenso informato e i farmaci e sulla differenza tra farmaco abortivo e farmaco contraccettivo. Palazzo Spada si è però espresso: “Il farmaco EllaOne non deve essere confuso con il regime farmacologico usato per l’interruzione volontaria della gravidanza. Il meccanismo d’azione della pillola dei cinque giorni dopo è antiovulatorio, vale a dire che agisce prima dell’impianto dell’embrione. Nessuna violazione della normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza è quindi configurabile”.
L’organo di secondo grado della giustizia amministrativa ha anche definito legittima la decisione presa dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) nell’ottobre 2020 di consentire l’acquisto anche a minorenni “non ponendosi l’eliminazione della prescrizione medica in contrasto da un lato con il diritto del minore ad una corretta informazione e dall’altra con il diritto dei genitori o di chi ne fa le veci a sostituirsi al minore”.
Per i giudici i farmaci da banco sono inoltre esclusi “dal novero dei trattamenti sanitari in senso stretto che coinvolgono tutta una serie di questioni specifiche, tra cui quella del consenso e più in generale della relazione tra medico e paziente”. La stessa decisione era stata presa sulla pillola del giorno dopo, la più vecchia Norlevo.
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