È Platone l’autore scelto al liceo classico come seconda prova dell’esame di maturità 2024. La versione è tratta dall’opera Minosse o della legge.

 

La traduzione PROVVISORIA (segue un’altra traduzione sotto)

“Questo è dunque un elogio di Omero per Minosse, espresso in poche parole, come Omero non ha fatto per nessuno degli eroi. Infatti, che Zeus sia un sapiente e che quest’arte sia la più bella, lo dimostra in molti luoghi e anche qui. Dice infatti che Minosse si intrattiene ogni nove anni con Zeus nei discorsi e che va a ricevere istruzione come da un maestro, che è Zeus. Poiché questo onore, di essere istruito da Zeus, Omero non l’ha conferito a nessun altro eroe se non a Minosse, ciò è un elogio straordinario. E nell’Odissea, nell’episodio della Nekyia, Omero ha rappresentato Minosse che giudica tenendo uno scettro d’oro, non Radamanto; e Radamanto non l’ha rappresentato né qui come giudice né da nessuna parte come compagno di Zeus. Per questi motivi io sostengo che Minosse è stato lodato più di tutti da Omero. Infatti, essere l’unico figlio di Zeus ad essere istruito da Zeus non ammette paragone in lode.”

Traduzione alternativa 

“E questa lode, così brevemente espressa, di Omero per Minosse è quale Omero non fece per nessun altro eroe. Invero che Zeus è maestro di saggezza e che quest’arte è bellissima, lo mostra spesso non solo altrove, ma anche qui: perché dice che Minosse conversò nove anni con Zeus e andò sovente da Zeus per istruirsi come da un maestro. Or dunque che Omero non tributasse a nessun [d] altro eroe, fuorché a Minosse, questo dono d’essere stato educato da Zeus, è certo una lode meravigliosa. E ancora nell’Odissea, dove si evocano i morti, rappresentò Minosse, e non già Radamanto, a giudicare con aureo scettro: ma Radamanto, né qui lo rappresentò che giudicasse, né altrove che conversasse con Zeus. Per questo affermo io che Minosse fu lodato da Omero più di tutti gli altri. Perché l’esser figlio di Zeus ed essere stato egli solo educato da Zeus è lode che nessun’altra può superare.

Traduzione tratta da “Platone, Opere complete. Vol. VII. (Minosse, Leggi, Epinomide) Trad. di C. Giarratano, A. Zadro, F. Adorno. Edizione: 2015. Collana: Biblioteca Universale Laterza”

 

Il testo in greco

Ἔστιν οὖν τοῦτο Ὁμήρου ἐγκώμιον εἰς Μίνων διὰ βραχέων εἰρημένον, οἷον οὐδ ̓ εἰς ἕνα τῶν ἡρώων ἐποίησεν Ὅμηρος. Ὅτι μὲν γὰρ ὁ Ζεὺς σοφιστής ἐστιν καὶ ἡ τέχνη αὕτη παγκάλη ἐστί, πολλαχοῦ καὶ ἄλλοθι δηλοῖ, ἀτὰρ καὶ ἐνταῦθα. Λέγει γὰρ τὸν Μίνων συγγίγνεσθαι ἐνάτῳ ἔτει τῷ Διὶ ἐν λόγοις καὶ φοιτᾶν παιδευθησόμενον ὡς ὑπὸ σοφιστοῦ ὄντος τοῦ Διός. Ὅτι οὖν τοῦτο τὸ γέρας οὐκ ἔστιν ὅτῳ ἀπένειμεν Ὅμηρος τῶν ἡρώων, ὑπὸ Διὸς πεπαιδεύσθαι, ἄλλῳ ἢ Μίνῳ, τοῦτ’ ἔστιν ἔπαινος θαυμαστός. Καὶ Ὀδυσσείας ἐν Νεκυίᾳ δικάζοντα χρυσοῦν σκήπτρον ἔχοντα πεποίηκε τὸν Μίνων, οὐ τὸν Ραδάμανθυν· Ραδάμανθυν δὲ οὔτ ̓ ἐνταῦθα δικάζοντα πεποίηκεν οὔτε συγγιγνόμενον τῷ Διὶ οὐδαμοῦ. Διὰ ταῦτά φημ ̓ ἐγὼ Μίνων ἁπάντων μάλιστα ὑπὸ Ὁμήρου ἐγκεκωμιάσθαι. Τὸ γὰρ Διὸς ὄντα παῖδα μόνον ὑπὸ Διὸς πεπαιδεῦσθαι οὐκ ἔχει ὑπερβολὴν ἐπαίνου”

Post-testo

τοῦτο γὰρ σημαίνει τὸ ἔπος τὸ

ἐννέωρος βασίλευε Διὸς μεγάλου ὀαριστής,

συνουσιαστὴν τοῦ Διὸς εἶναι τὸν Μίνων. Οἱ γὰρ ὄαροι λόγοι εἰσίν, καὶ ὀαριστής συνουσιαστής ἐστιν ἐν λόγοις – ἐφοίτα οὖν δι ̓ ἐνάτου ἔτους εἰς τὸ τοῦ Διὸς ἄντρον ὁ Μίνως, τὰ μὲν μαθησόμενος, τὰ δὲ ἀποδειξόμενος ἃ τῇ προτέρᾳ ἐννεετηρίδι ἐμεμαθήκει παρὰ τοῦ Διός.

E il verso

regnò nove anni, intimo confidente di Zeus

significa proprio che Minosse era intimo di Zeus. Gli ὄαροι sono infatti i discorsi e ὀαριστής è colui che è ammesso a condividere i discorsi. Dunque Minosse si recava ogni nove anni nell’antro di Zeus, vuoi per apprendere da Zeus, vuoi per dare dimostrazione sulle cose che aveva imparato nei precedenti nove anni (commento traduzione Paolo Scaglietti, Milano, La Vita Felice, 2015)

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