Oggi c’è stata una nuova udienza al processo Ruby ter, però credo che siano stati più di tre i processi, ne sono stati fatti moltissimi. Una situazione molto particolare, tutta italiana. Voi sapete che nel resto del mondo, in teoria anche in Italia, si può processare una persona per un certo fatto una volta. In Italia in alcuni casi se ne possono fare molti, il caso Ruby sapete qual è. Berlusconi fu accusato di aver avuto rapporti sessuali con Ruby (all’anagrafe Karima El Mahroug), giovane marocchina che era minorenne all’epoca dei fatti (aveva 17 anni e mezzo) e quindi il reato che gli fu attribuito era quello di prostituzione minorile. Parliamo di circa 12 anni fa. Sono stati fatti tantissimi processi, di ogni tipo, e dopo 12 anni sono ancora in corso.

Il processo più importante è il primo, quello che avrebbe dovuto essere l’unico, su cui i giornali hanno fatto titolo, contro-titoli, pagine intere. Il prestigio di Berlusconi fu in parte demolito da quella vicenda. La procura di Milano chiese 7 anni di prigione in primo grado poi in Appello e in Cassazione fu assolto. Però in teoria se fosse stato condannato il presidente del Consiglio sarebbe finito in prigione. Sarebbe stato il primo caso dall’epoca del fascismo.

Poi la vicenda proseguì perché la procura non fu mai contenta, perdeva i processi ma ne faceva altri. Esiste questo potere in Italia di rendere infiniti i processi. Hanno parlato gli avvocati di Ruby ed era presente anche lei in aula e hanno confermato la tesi di sempre cioè che Ruby non ha mai avuto rapporti sessuali con Berlusconi. Difficile che ci sia la prostituzione senza sesso, a meno che non si dia un valore ideale alla prostituzione. Ci sono anche tanti giornalisti che si prostituiscono a certi interessi ma non possono essere processati per questo.

Quindi non c’è mai stato nulla, solo molti processi che sono costati moltissimi soldi, che hanno impegnato moltissime pagine dei giornali, che hanno modificato la storia d’Italia, che hanno dato grande potere alle procure, alla procura di Milano in particolare, e che hanno dimostrato fino a che punto può arrivare l’arroganza e il cinismo di una parte della magistratura. Ruby ha parlato e ha detto “sono 12 anni che mi avete stampato questa lettera scarlatta addosso, io sono la prostituta, ridatemi la mia vita”. Chissà se adesso la smetteranno, se si accontenteranno di questo processo o se vorranno farne altri.

La cosa migliore è se si riuscisse a mettere un po’ di ragionevolezza a quel pezzo di magistratura italiana che pensa di essere onnipotente e probabilmente lo è.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.