Il pubblico ministero del processo Ruby ter-bis ha chiesto sei anni di carcere per Silvio Berlusconi. Per quale reato? L’accusa precisamente è questa: essersi fatto assolvere nel Ruby uno, nel Ruby due e nel primo Ruby ter. In termini giuridici si può parlare di “concorso esterno in assoluzione plurima”. Insieme a Berlusconi – ha detto il pubblico ministero – deve essere condannata la stessa Ruby, in quanto vittima, e poi una serie di amici di Berlusconi e di Ruby in quanto amici di Berlusconi e di Ruby e dunque complici di reati da definire. Per Carlo Rossella, per esempio, prestigioso giornalista, ex direttore di Panorama e della Stampa, sono stati chiesti due anni.

La vicenda è assolutamente unica nella storia della giustizia occidentale. E forse non solo occidentale. È successo che Berlusconi è stato trascinato a processo, un po’ più di dieci anni fa, accusato di avere fatto sesso con una ragazza di diciassette anni e mezzo, appunto, Ruby.

Il processo però si è concluso con una assoluzione, perché nessuno ha potuto provare che avesse fatto sesso, e perché è stato provato che Berlusconi non sapeva che questa ragazza fosse minorenne. Quindi non era un reato ma una cena. La procura di Milano si è incazzata parecchio (anche perché lo schiaffone lo ha preso una delle sue bandiere, e cioè Ilda Boccassini) e ha iniziato a riprocessare Berlusconi, sebbene tutti i principi del diritto dicano che non puoi essere processato due volte per la stessa cosa. L’idea della Procura è che prima o poi un giudice amico che lo condanni si trova. Finora è andata malissimo.

Primi gradi, appelli, cassazioni, Ruby ter, Ruby bis, Rubi ter-bis…: niente sempre assolto. Adesso tornano alla carica. Lo accusano di avere assoldato i testimoni. Ma perché avrebbe dovuto se è accertato che è innocente? E poi, allora, anche i giudici che lo hanno assolto vanno processati? La verità è che la logica e la giustizia non c’entrano più nulla con le dinamiche di un pezzo della magistratura, molto presente nella procura di Milano. La procura fa le sue scelte politiche, e del diritto se ne infischia. Forse neppure lo conosce, né intende occuparsene del diritto. Basta dire che ha chiesto 6 anni di prigione per la presunta vittima, forse in un momento di distrazione.

Nel titolo abbiamo scritto giustizia-spazzatura. Titolo sbagliato: questa roba qui con la giustizia non c’entra niente. Magistratura e giustizia sono un ossimoro.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.