Le bombe russe continuano a martellare l’Ucraina, mentre le forze di Mosca avanzano nel Donetsk e convergono sull’area di Kharkiv. Per il capo della polizia di Vovchansk, la città si sta “trasformando” in una nuova Bakhmut o Maryinka: due tra le città-martiri di questo conflitto. Nel centro abitato sono rimaste poche centinaia di persone, mentre a migliaia hanno lasciato ormai da tempo le proprie case per evitare di rimanere intrappolati nello scontro tra gli eserciti.

Volodymyr Zelensky non nasconde le difficoltà sul campo. E anche l’ultima decisione di Kiev di rimuovere il comandante responsabile di Kharkiv, Yuriy Galushkin, sostituendolo con il generale di brigata Mykhailo Drapatyi, è un indizio che per l’Ucraina il momento è molto complesso. Il problema riguarda tutto, dalle reclute che non riescono a colmare le perdite né a essere numericamente pari a quelle russe, fino alla difesa dagli attacchi aerei. Ieri il Wall Street Journal ha scritto che negli ultimi sei mesi l’Ucraina ha intercettato il 46% dei missili russi, contro il 73% dei sei mesi precedenti. Ad aprile la situazione è apparsa ancora più critica. E non è un caso che Mosca abbia deciso di intensificare i raid aerei, tra droni, vettori ipersonici e missili balistici. Una pioggia di fuoco che serve a fiaccare le speranze di Kiev, preoccupata che gli aiuti occidentali (in particolare Usa) non arrivino in tempo.

Tuttavia, proprio mentre i russi sembrano avere messo la loro “operazione militare speciale” nella carreggiata voluta dal Cremlino, è proprio lì – nella Difesa – che Vladimir Putin ha scelto di fare la sua prima mossa a sorpresa appena insediato. Un terremoto. Una rivoluzione. Un semplice spostamento di pedine per un gioco più grande. Difficile dirlo con certezza, ma far fuori il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, sostituendolo con l’economista Andrey Belousov, e togliere Nikolai Patrushev dal suo incarico al Consiglio di sicurezza, sono due mosse su cui ora si interrogano analisti e osservatori.

E per ora le interpretazioni non appaiono univoche. “Sul campo di battaglia oggi vince colui che è più aperto all’innovazione. Pertanto, in questa fase, il presidente ha deciso che un civile sarà a capo del ministero della Difesa”, ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Ma la frase di circostanza del funzionario russo non sembra dare le vere motivazioni di un “siluramento” così importante, tanto più nel mezzo di una guerra che Mosca appare avere incanalato nella direzione da lei voluta.

Sull’arrivo di Belousov sembra abbiano pesato almeno due fattori. Il primo è legato alle accuse di corruzione che hanno coinvolto la Difesa, culminate con l’arresto di Timur Ivanov, vice di Shoigu. Il secondo è la volontà di Putin di blindare il rapporto tra economia, industria e forze armate in un Paese che di fatto è in piena economia di guerra. Ieri Belousov, nel suo primo intervento pubblico, ha detto di voler “lavorare per fornire alloggi a chi partecipa all’operazione militare speciale”, migliorare l’”assistenza sanitaria” alle truppe in Ucraina perché “gli ospedali militari sono sovraffollati” e “troppo spesso si vedono rifiutare il ricovero in ospedali civili”.

Ma oltre ai problemi al fronte, gli osservatori pensano che la vera chiave dietro Belousov sia quella di una maggiore sinergia tra economia militare ed economia del Paese. Per molti analisti, il vero obiettivo di Putin è soprattutto quello di rendere sostenibile una guerra di lunga durata, sfalciando le inefficienze di un sistema che ha mostrato gravi lacune. Inoltre Belousov – come ha spiegato l’Institute for the Study of War – è un sostenitore dell’intervento statale in economia, conosce l’industria della difesa e quella civile, e segue con interesse il miglioramento tecnologico delle forze armate. Sono elementi centrali per il nuovo corso di Putin.

Ma allo stesso tempo, forse anche per mostrare all’opinione pubblica di non volere privarsi completamente di Shoigu, riservargli il posto che aveva un altro suo fedelissimo, Patrushev, indica che Putin vuole ancora circondarsi di fedelissimi. Per quanto in declino. Anche Patrushev è probabile che venga designato per qualche posto di prestigio, anche se poco influente. Ma intanto, mentre resta il mistero di quale possa essere il futuro ruolo di un uomo così importante nella sfera del Cremlino, un’indicazione decisiva sul suo peso l’ha data lo stesso Putin, che il giorno dopo avere rimosso Patrushev, ha indicato il figlio, Dmitry, come vicepremier con delega all’Agricoltura, all’Ecologia e all’Agroindustria.