Il complotto per assassinare il presidente Volodymyr Zelensky, il capo dell’intelligence militare Kirilo Budanov, e il capo dello Sbu, Vasil Maliuk, non ha mietuto le vittime designate. Ma l’effetto di decapitare una parte degli apparati ucraini lo ha comunque avuto. Anche se questa volta per scelta dello stesso capo dello Stato. Zelensky ha licenziato il capo della Direzione per la protezione dello Stato, Serhiy Rud. E anche se non sono stati esplicitati nell’immediato i motivi di questa defenestrazione, tutto fa credere che la decisione sia collegata al piano sventato da Kiev, poiché era proprio in quella struttura che Mosca aveva agganciato i due colonnelli venduti ai russi.

Mettere alla porta Rud si è resa una mossa obbligata. La facilità con cui gli agenti dell’Fsb sono penetrati negli apparati più intimi della sicurezza di Zelensky ha reso necessario un cambio di marcia. Soprattutto perché arriva non solo dopo la scoperta di diversi piani per assassinare il presidente, ma anche in uno dei momento più critici della guerra. Zelensky percepisce la tensione intorno a lui. E mentre gli agenti russi – non per forza collegati direttamente al Cremlino, secondo esperti e funzionari – si muovono per erodere la sicurezza del presidente, le truppe di Mosca premono su tutto il fronte.

Vladimir Putin, fresco di insediamento e con la conferma di Mikhail Mishustin come premier, vuole guadagnare terreno prima che arrivino gli aiuti per le truppe di Kiev. Ieri, le forze armate di Mosca hanno conquistato altri quattro villaggi nell’area di Kharkiv: Streleche, Krasnoye, Pylnaya e Borisovka. E l’avanzata nel nordest è stata confermata anche dalle frasi dello stesso Zelensky. “La Russia ha lanciato una nuova offensiva nella direzione di Kharkiv. L’Ucraina ha affrontato le forze russe con le nostre truppe, brigate e fuoco di artiglieria” ha detto il presidente in conferenza stampa. Un’ammissione che si è unita a quella sulle “feroci battaglie” in corso nella regione. Nonostante poi abbia detto che le truppe russe erano state frenate nella loro avanzata.

Per gli esperti russi, quella in corso non sarebbe in realtà la vera offensiva, che è invece attesa per fine primavera sul fronte ucraino. Il blogger Rybar, uno dei più seguiti sulle manovre Mosca, ha parlato di una missione ricognitiva per saggiare le difese nemiche in vista dell’assalto principale. Le truppe russe sono però già riuscite a penetrare ad almeno un chilometro di profondità rispetto alla prima linea ucraina. E questa evoluzione del conflitto certifica le difficoltà di Kiev che, a corto di reclute e in attesa degli aiuti da parte dell’Occidente, vede i soldati nemici premere soprattutto in direzione della roccaforte di Chasiv Yar.

Nei giorni scorsi, la Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha approvato una legge che permette di arruolare volontari anche tra i detenuti. Sono esclusi condannati per i reati più efferati o per quelli che possono creare problemi alla macchina bellica, dall’omicidio intenzionale, allo stupro, dalla pedofilia fino alla corruzione. Tuttavia, questo tipo di provvedimento (che ricorda quanto realizzato dalla Russia lo scorso anno con il reclutamento dei detenuti per rimpolpare le file della Wagner) mostra ancora una volta le difficoltà di Kiev nel colmare le perdite al fronte, soprattutto rispetto a una Mosca capace di mobilitare molti più uomini con continue infornate di soldati.

Per Zelensky, questo problema è fondamentale. Come è urgente l’arrivo degli aiuti dai partner. Ieri, il presidente ucraino ha accusato alcuni alleati di non rispettare “prontamente” gli accordi sulle armi. E dagli Stati Uniti, Politico ha svelato l’approvazione di un pacchetto di armi, missili e mezzi per 400 milioni di dollari. Secondo i media i primi aerei F-16 potrebbero arrivare a giugno. Ma l’inerzia della guerra in favore di Mosca – che, come rivela il New York Times, vuole costruire magazzini per le testate nucleare in Bielorussia – non sembra destinata a essere rivoluzionata.