È evidente che si tratta di una questione molto rilevante sulla quale quasi tutti stanno preferendo di sorvolare. Un altro interrogativo che finora non ha avuto risposta è il seguente: perché in Lombardia e in Veneto sono esplosi questi due focolai e niente di tutto ciò, almeno finora, è avvenuto né in altre zone del Nord né nel resto d’Italia? Allo stato nessuno ha dato risposta a questa domanda, che non è di piccolo conto. A ciò vanno aggiunte altre due considerazioni. Da un lato, il nostro sistema ospedaliero-sanitario al Nord è sotto stress e rischia di diventarlo ancora di più se il numero dei contagiati continua ad aumentare, dall’altro lato oramai il singolo cittadino non ha la possibilità di avere una risposta alle proprie eventuali legittime angosce, sulle quali nessuno può fare ironie. In altre materie ognuno è libero, attraverso il sistema sanitario pubblico e privato, di fare tutti i controlli del sangue o di altro che ritiene opportuno; oggi il singolo cittadino che ritiene di avere sintomi preoccupanti non ha affatto una via facile per farsi controllare con il tampone.

Addirittura, le cronache raccontano di litigi avvenuti presso le nostre strutture ospedaliere da parte di soggetti che volevano essere controllati. In più i medici di base sono in fuga dai loro assistiti per timore che venendo a contatto con un contagiato debbano essere a loro volta rinchiusi in una quarantena di due settimane, per cui non effettuano più visite dirette, ma procedono solo per telefono o per smartphone. Infine, passando ad altro a testimonianza del livello di una parte almeno della nostra classe politica, Salvini ha cercato di utilizzare questa emergenza per uscire dalla botola in cui si è cacciato e per arrivare a un governo di salute pubblica che gli dia una scorciatoia per arrivare alle elezioni in pochi mesi.

Fortunatamente Renzi aveva imbastito un’operazione dello stesso tipo, ma prima che scoppiasse il contagio ha avuto il buon senso di non fare da sponda a una manovra che dovrebbe dequalificare chi l’ha tentata, non perché sia illegittimo far cadere un governo, ma perché è dequalificante puntare alla crisi facendo addirittura leva sull’esistenza del coronavirus. Infine, sia a livello italiano che a livello mondiale c’è il rischio di una devastante recessione. Allora qui nel nostro paese emerge un’altra contraddizione: siamo costretti a chiedere all’Europa una flessibilità di circa 3 miliardi da gestire tutta in deficit.

Ora, grazie ai grillini, ma anche in parte al Pd, il governo deve mantenere ferme due misure di carattere assistenzialistico, il reddito di cittadinanza e quota 100, che non svolgono nessun ruolo positivo, né per ridurre la pressione fiscale sulle imprese, né per aumentare gli investimenti pubblici in infrastrutture che sono le misure decisive per la crescita e quindi per evitare la recessione. Questa rigidità è ancor più negativa visto che in seguito all’aumento dello spread aumenta anche la spesa per interessi e le difficoltà del sistema bancario.