Coronavirus: alla fine vincerà la Cina. Gli Stati Uniti potranno trarne grandi vantaggi se per primi riusciranno a scoprire il vaccino. L’Europa non coesa e confusa rischia di fare la figura del “vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro”. Tra Cina, Stati Uniti ed Europa chi uscirà vincente dalla tragedia sanitaria ed economica del Coronavirus? Analizziamo il comportamento della Cina. Razionalmente si è comportata come una nazione a regime autoritario, in ordine cronologico: disinformazione, epurazione, creazione della figura dell’eroe e, infine, la grande rinascita. Per quanto riguarda la questione della disinformazione bisogna aggiungere la censura. Il “Dipartimento della propaganda” della città focolaio di Wuhan sembra si sia dato un gran da fare per arginare la fuoriuscita d’informazioni. Mentre il virus si diffondeva, le notizie s’arenavano. Le immagini diffuse che esaltavano l’edificazione in tempo record degli ospedali prefabbricati a Wuhan fanno parte della tipica informazione di regime. Fanno vedere il bello, sbalordiscono mostrando l’efficientismo stacanovista del brulicare dei colorati mezzi meccanici che con devozione scavano giorno e notte le fondamenta dell’edificando grande palazzo dei malati.

Dopo la disinformazione, la fase dell’epurazione. Al mondo intero bisognava fare vedere che Pechino non faceva sconti, i “cattivi” andavano, e sono stati, punti. Modello purghe di sovietica memoria funzionari, membri e dirigenti del locale Partito comunista nonché personale sanitario sono stati destituiti. La creazione della figura dell’eroe è legata alla morte del medico Li Wenliang Wiki che ha causato molto risentimento in Cina. Il medico dipendente del Wuhan Central Hospital ai primi di dicembre dell’anno scorso è stato tra i primi ad avere condiviso con i colleghi un allarmante messaggio in cui ipotizzava la presenza di un virus particolarmente aggressivo assomigliante alla Sars. Le autorità locali, e questo dimostra la capillarità dei controlli, saputo della cosa hanno convocato il dottore accusandolo con il suo messaggio di avere “severamente disturbato l’ordine sociale”. Solo due mesi dopo, il sette febbraio, il dottore Li Wenliang Wiki è deceduto in ospedale dopo avere contratto il Coronavirus.

Ancora una volta è il Global Times, voce in lingua inglese di Pechino, a far sapere al mondo intero che il dottore del nosocomio di Wuhan veniva celebrato e incensato come l’ “eroe” fedelmente iscritto al partito. L’ultima fase è quella della grande rinascita. E questa deve fare riflettere noi occidentali, ma soprattutto noi cittadini dell’Europa. Da settimane Pechino ha adottato generose misure per sostenere l’economia: iniezione nel sistema economico di una immensa quantità di denaro, incentivi alle imprese, defiscalizzazioni a pioggia ed altri provvedimenti impattanti. La Cina tornerà lassù, sul podio dove vuole stare. Tornerà ad essere la Grande Cina.

Il messaggio cinese della rinascita implica una domanda retorica: e voi occidentali? Noi abbiamo la contorta burocrazia, il granitico Patto di stabilità da rispettare, la temuta finanziaria di fine anno, i conti pubblici sempre in bilico e lo spettro dell’aumento dell’Iva. Le imprese e gli imprenditori di fronte a un avvenimento tipo Cigno nero, sono comprensibilmente disorientati. E sicuramente in difficoltà costretti ad affrontare uno scenario nuovo ed incerto. Gli Stati Uniti godono di un grande vantaggio competitivo: la tecnologia e la ricerca (anche se con il sistema 5G hanno dimostrato imperdonabile ritardi). Chi per primo scopre in tempo utile il vaccino per debellare il Coronavirus s’impone non solo economicamente sulla scena mondiale.

Recentemente la società statunitense Moderna (società farmaceutica di Cambridge nel Massachusetts, quotata a New York al Nasdaq) ha annunciato di aver messo a punto un vaccino sperimentale contro il Coronavirus, a breve dovrebbero iniziare le sperimentazioni sull’uomo. Naturalmente non siamo in grado di prevedere né la veridicità della notizia ne quali saranno gli esiti della sperimentazione. Però vi è il rischio (opportunità) che da un’azienda o da un laboratorio degli Stati Uniti possa uscire il vaccino. Il presidente Donald Trump ha capito l’importanza geopolitica della cosa e ha prontamente chiesto al Congresso di stanziare due miliardi e mezzo di dollari per combattere il Coronavirus. Se questo è lo scenario futuro dobbiamo seriamente capire se, come detto, vogliamo essere il “vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro”. Da un lato la Cina che, conformemente al suo modello di governance annuncia vittoriosa la “grande rinascita” della sempre più forte Cina. E gli Stati Uniti che come rappresentanti universali del bene salvano l’umanità offrendo il vaccino. In mezzo ci siamo noi, con i nostri patemi, le nostre ansie da prestazione da finanziaria e da Patto di stabilità.