Il farmaco Tocilizumab, diventato celebre poiché utilizzato dall’Istituto Nazionale Tumori di Napoli Pascale, da inizio pandemia è soggetto di molti studi e sebbene diverse ricerche hanno suggerito una diminuzione della mortalità, i dati degli studi clinici randomizzati dell’utilizzo nei pazienti affetti dal Covid-19 sono piuttosto controversi.

Nello studio pubblicato da IdSociety il giornale online della Società Americana per le Malattie Infettive, sono stati riportati in maniera molto dettagliata tutte le informazioni relative alle dosi della somministrazione del farmaco e alle condizioni pre e post somministrazione dei pazienti. L’endpoint prefissato precedentemente all’inizio dell’analisi era diverso per ogni gruppo.

Secondo IdSociety i pazienti ai quali è stato somministrato il farmaco avevano una mortalità al 28esimo giorni inferiore del 29% rispetto ai pazienti che ricevevano le cure standard, la cui percentuale è del 33%. Mentre sono stati dimessi entro il 28esimo giorno il 54% dei pazienti nel “gruppo Tocilizumab e il 47% nel “gruppo standard”. Nel complesso, i pazienti ricoverati in ospedale con Covid-19 che richiedevano ossigeno, ventilazione non invasiva, o ventilazione meccanica e che ha avuto evidenza di infiammazione sistemica, Tocilizumab ha ridotto la mortalità al 28esimo giorno. L’82% dei pazienti nello studio stava anche assumendo corticosteroidi e l’effetto di Tocilizumab sulla mortalità sembrava essere additivo al beneficio sulla mortalità dei corticosteroidi.

Inoltre ai pazienti ricoverati in condizioni critiche è stato somministrato il Tocilizumab per 21 giorni non hanno avuto bisogno dell’ossigeno quindi, il trattamento con gli antagonisti del recettore IL-6 TocilizumabSarilumab ha migliorato i risultati, inclusa la sopravvivenza.   

Il Tocilizumab è stato somministrato anche a pazienti affetti da Covid-19 e polmonite e l’endpoint era la ventilazione meccanica o morte entro il giorno 28. La percentuale cumulativa di pazienti che avevano ricevuto ventilazione meccanica o che erano morti era significativamente inferiore nel gruppo di pazienti curati anche con il Tocilizumab. In questo studio randomizzato e controllato su pazienti ospedalizzati con COVID -19 più polmonite, Tocilizumab più terapia standard è stato più efficace nel ridurre la probabilità di esito di progressione verso o la ventilazione meccanica o la morte. Tuttavia, non vi era alcuna differenza nell’incidenza di morte per qualsiasi causa.

Mentre nei pazienti ospedalizzati con Covid-19 che manifestavano almeno uno dei seguenti sintomi: febbre, problemi polmonari, necessità di ossigeno supplementare per mantenere una saturazione superiore al 92%, l’uso del Tocilizumab non ha ridotto i tassi di intubazione o morte.

In Italia è stato analizzato l’impatto del Tocilizumab a basso dosaggio sul tasso di mortalità nei pazienti con polmonite correlata al Covid-19. In questo studio osservazionale, sempre citato nel report di IdSociety, su 85 pazienti ospedalizzati con Covid-19 e insufficienza respiratoria che però, non richiedeva ventilazione meccanica, 62 pazienti hanno ricevuto il farmaco. Questi pazienti hanno mostrato un tasso di sopravvivenza significativamente maggiore rispetto allo standard di cura. Anche il dottor Ascierto ha commentato su Facebook la ricerca effettuata dalla Società Americana per le Malattie Infettive dicendo: “A testimonianza degli ultimi risultati degli studi, anche la società americana ha riconosciuto la validità del Tocilizumab e ha inserito il trattamento, in combinazione con la terapia standard, tra le linee guida per il trattamento in casi di infezione severa da COVID-19. Non funziona per tutti i pazienti, ma senz’altro può salvare il paziente giusto al momento giusto“.

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Laureata in relazioni internazionali e politica globale al The American University of Rome nel 2018 con un master in Sistemi e tecnologie Elettroniche per la sicurezza la difesa e l'intelligence all'Università degli studi di roma "Tor Vergata". Appassionata di politica internazionale e tecnologia