Gli asintomatici, il loro tracciamento e pericolosità, resta uno degli aspetti più problematici della lotta al coronavirus. “Possono contagiare e questo dipende dalla carica virale. Ad agosto si immaginava una carica virale bassa e invece era molto alta, quello è stato l’inizio della seconda ondata del virus”, ha detto l’oncologo e ricercatore dell’Istituto Pascale di Napoli Paolo Ascierto, in un’intervista a Radio Crc. Ascierto ha promosso, durante la prima ondata, con la sua equipe l’utilizzo del tocilizumab sui pazienti contagiati. Sull’efficacia del farmaco ha chiarito che i risultati sono “contrastanti perché il farmaco deve essere dato in un momento preciso – ha spiegato – Non funziona con gli intubati, gli studi hanno evidenziato questo: il paziente intubato ha già danni e per questo gli effetti del farmaco sono limitati. Quando inizia la tempesta citochinica può invece dare risposta immediata in 24-48 ore”.

Resta intanto grande incertezza su tempi e diffusione di un vaccino efficace contro il coronavirus. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che potrebbe essere pronto a dicembre. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli ha pronosticato che invece i tempi potrebbero essere maturi la prossima primavera per le prime vaccinazioni. Ipotesi respinte dal virologo dell’Università di Padova e ideatore del “modello Veneto” Andrea Crisanti, che ha parlato di “ipotesi irrealistiche”, e dall’immunologo e divulgatore scientifico Roberto Burioni, secondo il quale “chiunque vi comunichi in questo momento una data di inizio per la vaccinazione contro Covid-19 vi sta prendendo in giro”.

Sul tema Ascierto ha mantenuto una posizione moderata. “Se riusciamo a fare tutto a fine anno non lo so, dipende dalle aziende farmaceutiche – ha detto durante la trasmissione Barba & Capelli – Ci sono 11 studi di vaccini e l’efficacia dimostra se un vaccino può essere utilizzato o meno. Di questi, 3 stanno finendo il ciclo per capire se possano essere utilizzati o meno. L’importante è che da quando ci sarà il vaccino potremo garantire l’immunizzazione alle persone”.

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