Tutte le difficoltà del Cremlino
Putin colpito ancora una volta a casa sua, lo Sbu sempre più macchina da guerra ucraina: uomini infiltrati ovunque
Lo zar sa che si avvicina il negoziato, e che nell’est dell’Ucraina la spinta del suo esercito è notevole. Ma vede anche le fragilità della sua difesa, una debolezza che Volodymyr Zelensky vuole sfruttare

Per la Russia, il fronte interno è un problema da tempo. Vladimir Putin voleva rendere il suo Paese una “fortezza” dove sarebbe stato impossibile percepire il peso della guerra. Ma quella fortezza, qualche breccia ce l’ha. Ed è soprattutto lo Sbu ucraino, il servizio segreto di Kiev, ad avere colpito in modo chirurgico e letale le certezze granitiche di Mosca.
L’ultimo episodio è avvenuto ieri mattina, quando un ordigno piazzato vicino a un ascensore ha devastato il piano terra di un lussuoso palazzo lungo la Moscova, a nord della capitale russa. Obiettivo dell’esplosione era Armen Sargsyan, fondatore di un battaglione di volontari che combattono nel Donbass, morto appena arrivato in ospedale. La procura russa, subito dopo la deflagrazione, definita un attacco “ordinato e accuratamente pianificato”, ha lasciato formalmente aperte tutte le ipotesi. Come aveva scritto nella mattinata la stessa Novaya Gazeta, gli investigatori avevano aperto un fascicolo di indagine per duplice omicidio, senza puntare direttamente all’attentato terroristico. Una scelta che però è dettata solo dal fatto che non erano state trovate eventuali prove di un coinvolgimento di Kiev. Anche se in realtà pochi in Russia pensano che non vi sia la firma dell’intelligence ucraina.
Il battaglione Arbat
Sarkisyan, alias Armen Gorlovsky, è da tempo sotto la lente di ingrandimento di Kiev, che ha emesso per lui un mandato di cattura internazionale già nel 2014. Nato in Armenia ma vissuto in gioventù a Horlivka, nell’Ucraina orientale, l’uomo era formalmente a capo della federazione di pugilato del Donetsk occupato, ma era soprattutto il gestore “ombra” delle carceri russi e colui che reclutava combattenti al servizio di Putin. Il suo gruppo, il battaglione Arbat, che si dice sia sostenuto dal miliardario Samvel Karapetya, non è uno dei più importanti nelle gerarchie delle forze armate russe. Conta all’incirca 500 persone, la maggior parte dei qual di etnia armena, come il fondatore.
Non è certo una forza in grado di cambiare gli equilibri di una campagna militare su un fronte enorme e che va avanti da tre anni, come poteva essere la ex Wagner. Ora, i suoi combattenti sono soprattutto nel Kursk. Ma per i servizi ucraini, Sarksyan era un uomo pericoloso, un uomo che aveva “legami criminali” anche con Viktor Yanukovych, l’ex presidente ucraino che ha trovato rifugio in Russia dopo Euromaidan. E per qualcuno, era anche l’uomo che arruolava assassini per intimidire i rappresentanti della “rivoluzione arancione”. In Russia, la caccia agli attentatori è già iniziata. Ma per Putin, il presidente che viene proprio dagli apparati del Kgb sovietico e che ha sempre avuto un occhio di riguardo verso l’intelligence, questa capacità ucraina di bucare le difese del controspionaggio russo sta diventando un problema.
Sbu, la macchina da guerra ucraina
Dall’inizio della guerra, Kiev, pur con tutte le difficoltà riscontrate sul campo di battaglia, ha saputo trasformare il suo Sbu (“Sluzhba bezpeky Ukrainy”) in una macchina da guerra considerata anche troppo potente. I suoi agenti sono infiltrati ovunque, con informatori che riescono a penetrare fin dentro i centri del potere. Ha migliaia di dipendenti. E i suoi attacchi non riguardano solo sabotaggi diretti a minare sforzo bellico di Mosca, ma anche chi è ritenuto un nemico dell’Ucraina. Sono gli uomini dello Sbu ad avere attentato alla vita di Alexander Dugin, uccidendone la figlia, Darya.
Sono loro i responsabili della morte di uno dei più noti blogger militari russi, Vladlen Tatarsky. L’ombra dello Sbu si è stagliata anche sull’ex deputato ucraino filorusso, Ilya Kiva. E nell’ultimo anno, diversi omicidi eccellenti hanno riguardato agenti dell’intelligence militare russa, un funzionario della centrale nucleare di Zaporizhzhya, occupata dai russi, uomini delle forze armate, tra cui il comandante Valery Trankovsky, accusato da Kiev di crimini di guerra, e il generale Igor Kirillov. I servizi russi hanno più volte annunciato lo smantellamento di cellule di sabotatori.
Ma Putin ha spesso redarguito pubblicamente la tenuta della sua rete di sicurezza. E tra gli attentati e Kiev che ha annunciato di aver effettuato attacchi con i droni contro le raffinerie russe Volgograd e Astrakhan, lo “zar” sa si avvicina il negoziato e che nell’est dell’Ucraina la spinta del suo esercito è notevole. Ma vede anche le fragilità della sua difesa. Una debolezza che Volodymyr Zelensky vuole mettere in mostra anche per ribadire che la sua minaccia nei riguardi dell’élite russa è tutt’altro che scomparsa.
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