Putin pensava di prendere l’Ucraina in tre giorni. Le scorte di viveri che ha distribuito ai suoi soldati quando li ha inviati a combattere” bastavano per quello spazio di tempo. E invece è andata diversamente: al momento l’Ucraina resiste, il Presidente Volodymyr Zelensky ha invitato tutta la popolazione ad armarsi e a difendere il Paese, agli uomini tra i 18 e i 60 anni è stata vietata l’uscita dai confini, Cherson era stata dichiarata presa dai russi ma il sindaco ha smentito. A una settimana circa dall’annuncio dell’invasione da parte del Presidente russo, per “smilitarizzare” e “denazificare” il Paese, si combatte. Si scappa e ci si nasconde. Si muore anche: secondo i servizi di emergenza ucraini oltre 2.000 civili sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione russa.

“Bambini, donne e forze di difesa perdono la vita ogni ora – si legge nel comunicato – durante i sette giorni di guerra, la Russia ha distrutto centinaia di snodi di trasporto, edifici residenziali, ospedali e asili”. Oltre 400 gli incendi spenti e 416 gli esplosivi disinnescati. E sarebbero intorno a duemila anche le vittime tra i russi, secondo il New York Times. Altri soldati vengono catturati e spesso rivelano di essere stati mandati in guerra a loro insaputa. Ingannati con il pretesto di un’esercitazione. Un militare russo catturato ha rivelato che Putin pensava di condurre una guerra-lampo e che “per ordine della massima dirigenza della Federazione russa” i militari “sono stati privati di cellulari e documenti”. Il video del soldato, con le mani dietro la schiena e una benda insanguinata sulla fronte, è stato pubblicato su Telegram dal Servizio di sicurezza di Kiev.

Si sono moltiplicati nei giorni scorsi sui social i video di soldati russi prigionieri. L’ambasciatore ucraino alle Nazioni unite Sergiy Kyslytsya ha letto quella che ha presentato come l’ultima conversazione tra una madre russa e il figlio in guerra davanti all’Assemblea Generale dell’Onu. “Mamma, non sono più in Crimea. Sono in Ucraina, c’è una guerra vera qui. Ho paura. Bombardiamo tutte le città e attacchiamo anche i civili. Ci avevano detto che ci avrebbero accolto a braccia aperte. E invece stanno cadendo sotto i nostri mezzi blindati. Si lanciano sotto le ruote per non farci passare e ci chiamano fascisti. È molto dura”, rispondeva il ragazzo che è morto.

I militari vengono a volte spogliati della loro uniforme, spesso si tratta di ragazzi molto giovani che rispondono alle domande degli ucraini mostrando un evidente smarrimento. I video sono tantissimi. Anche umilianti – non esiste un riscontro paragonabile al momento di video di prigionieri ucraini delle forze russe. Il Comitato delle madri dei soldati della Russia ha intanto denunciato, attraverso il vicepresidente Andrey Kurochkin, come i militari di leva siano stati spediti al fronte con l’inganno oppure con la forza.

Resta difficile capire quale sia la situazione sul campo di battaglia. I bollettini di guerra rilanciati da una parte o dall’altra rappresentano in queste ore degli strumenti soprattutto di propaganda. Resta anche il timore di una possibile escalation militare da parte della Russia che possiede il quintuplo dei soldati e il decuplo degli aerei rispetto all’Ucraina. Qualora Kiev e l’Ucraina dovessero cadere in dieci giorni invece che in due, si tratterebbe comunque di una guerra-lampo. Gli osservatori internazionali sono però quasi tutti concordi nell’affermare che Putin possa aver sottovalutato la resistenza ucraina. Il Ministro degli Esteri di Kiev ha fatto sapere intanto che 19 Paesi stanno fornendo armi a Kiev e che stanno arrivando più di 1.000 volontari a combattere contro i russi da 16 Paesi. Stasera il secondo round dei negoziati.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.