La campagna in vista della sentenza
Ragazzina di 14 anni violentata alla fermata dell’autobus da straniero, Salvini cavalca e attacca giudici dopo silenzio su “legittima difesa”

Bloccata, trascinata e violentata dietro un cespuglio mentre aspettava l’autobus alla fermata. E’ questo l’incubo vissuto da una ragazzina di 14 anni venerdì scorso, 25 ottobre, a Bolzano. Protagonista un 40enne di nazionalità pachistana che alle 19.30 di sera, in un orario dove erano presenti persone in strada e alcuni negozi ancora aperti, ha molestato l’adolescente con un approccio ingenuo, chiedendo indicazioni stradali per raggiungere un luogo.
14enne violentata alla fermata dell’autobus: la scusa delle info stradali
Poi dalla richiesta di informazioni è passato a molestare direttamente la giovane, impedendole la fuga e trascinandola dietro a un cespuglio dove sarebbero avvenuti gli abusi. Dopo un quarto d’ora, la 14enne è riuscita a liberarsi e, con le lacrime agli occhi, ha chiesto aiuto ad una donna che si trovava nelle vicinanza. Quest’ultima ha chiamato il 112 e poco dopo sul posto è arrivata la polizia e un’ambulanza del 118 che ha preso in cura la ragazzina.
L’aggressore, regolare da anni in Italia e impiegato nella ristorazione, è stato bloccato poco dopo dagli agenti grazie alle testimonianze fornite da alcune persone presenti durante la sua fuga. Non è chiaro se alla fermata dell’autobus fossero presenti altri cittadini quando sono avvenute le molestie.
Salvini cavalca e provoca giudici
Puntuale e scontato, quando si tratta di aggressori stranieri, l’intervento del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che su Instagram attacca la magistratura: “Vediamo se ci sarà anche in questo caso un giudice che ci obbligherà a tenere in Italia pure questa preziosa ‘risorsa’ straniera…”. Poi, in merito al processo Open Arms che lo vede imputato, aggiunge: “Meno cinquantaquattro alla sentenza: condannato o assolto per aver fermato l’immigrazione clandestina?”.
Singolare anche il silenzio del vicepremier e della Lega sulla vicenda che ha riguardato nelle scorse settimane un bar-tabacchi di Milano rapinato nel cuore della notte da Eros Di Ronza e un complice, con il primo inseguito e ucciso a forbiciate dal proprietario di nazionalità cinese che lamentava altri furti o rapine subite in passato. Il Carroccio negli anni si è sempre speso a favore di commercianti protagonisti di casi simili dove di legittima difesa c’è poco o nulla. La volta scorsa invece no, probabilmente per la nazionalità dei gestori.
Intanto il 40enne pachistano, che era arrivato a Bolzano da poche settimane per lavorare in un ristorante ed era ospite di un amico, è in carcere a causa di un precedente specifico avvenuto in passato.
© Riproduzione riservata