La leader di Fratelli d’Italia e Presidente del Consiglio in pectore Giorgia Meloni ha rilasciato una nota sul rastrellamento del Ghetto di Roma. “Il 16 ottobre 1943 è per Roma e per l’Italia una giornata tragica, buia e insanabile. Quella mattina, pochi minuti dopo le 5.00, la vile e disumana deportazione di ebrei romani per mano della furia nazifascista: donne, uomini e bambini furono strappati dalla vita, casa per casa. Più di mille persone furono deportate e di loro solo quindici uomini e una donna fecero ritorno. Nessuno dei bambini. Un orrore – si legge ancora – che deve essere da monito perché certe tragedie non accadano più. Una memoria che sappiamo essere di tutti gli italiani, una memoria che serve a costruire gli anticorpi contro l’indifferenza e l’odio. Una memoria per continuare a combattere, in ogni sua forma, l’antisemitismo“.

Anche Ignazio La Russa, appena eletto Presidente del Senato dopo un voto rocambolesco con tensioni con Forza Italia all’interno della maggioranza, e ieri bersaglio di scritte minacciose alla Garbatella alla sede di Fdi e di uno striscione al Colosseo con il suo nome ‘a testa in giù’, è intervenuto sul rastrellamento del ghetto di Roma del 1943. “Rappresenta una delle pagine più buie della nostra storia. Quel giorno – ha affermato il presidente del Senato -, oltre mille persone tra donne, uomini e bambini furono strappate ai loro affetti e deportate al campo di sterminio di Auschwitz. Solo 16 di loro fecero ritorno“. E la conclusione: “È compito di tutti, a cominciare dalle più alte istituzioni, tramandarne il ricordo affinché in futuro non si ripetano mai più simili tragedie. Alla comunità ebraica, oggi come sempre, la mia sincera vicinanza”.

Poco dopo le 5:00 del mattino di sabato 16 ottobre 1943 i militari delle SS naziste che avevano occupato Roma fecero irruzione nel ghetto ebraico e arrestarono 1024 persone tra cui 200 bambini: fu la prima deportazione di massa dall’Italia alla Germania. Soltanto 15 uomini e una donna tornarono in Italia. Il ghetto era stato creato nel XVI secolo per volere di Papa Paolo IV.

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