L’emergenza pandemica che il nostro Paese sta vivendo, l’isolamento, la convivenza forzata e l’instabilità socio-economica hanno comportato per le donne, per le persone Lgbt+ e per tutte le marginalità sociali un grande aumento del rischio per la loro indipendenza, autodeterminazione, incolumità e sicurezza. La chiusura delle scuole e di tanti spazi e attività, inoltre, ha reso maggiormente problematico l’allontanamento dalla propria abitazione rendendola talvolta una trappola. Nonostante lo scenario di difficoltà e di incertezza, affermiamo la volontà di essere in prima linea nella difesa dei diritti di tutte le persone, garantendo il diritto alla libertà e alla dignità.

La diffusione del Covid-19 ha comportato lo sconvolgimento sociale ed economico delle nostre comunità. Oltre le fragilità già note, sono emerse nuove forme di povertà e di esclusione sociale. Le misure emergenziali introdotte dal Governo per contrastare la crescente povertà sono servite, ma non sono state sufficienti e hanno fatto ricadere ancora una volta il peso del supporto alle marginalità sulla solidarietà privata e sul terzo settore che continuano a non far mancare la loro prossimità e generosità. Il rischio conseguente è che il disagio sociale ed economico, insieme con il vincolo fisico nella “sfera del maltrattante”, comporti conseguenze rilevanti sulla salute, sulla sicurezza, sull’incolumità fisica e psicologica oltre che sui diversi aspetti della vita delle persone, dal lavoro ai rapporti sociali, alle relazioni familiari. Il rischio è che questo accada, nella Campania “zona rossa”, senza che le istituzioni abbiano strumenti e programmi per occuparsene e persino per individuare tali criticità.

Per tutto questo, lanciamo un appello, in condivisione con la società civile, al presidente della Regione Campania affinché nomini quanto prima un soggetto deputato all’interlocuzione istituzionale per le pari opportunità, politiche di genere e diritti civili. In questo periodo drammatico è impensabile che si lasci un vuoto, o ancora di più che si concentri nelle mani di chi è già presidente, commissario alla Salute e assessore alla Sanità, anche la delega delle Pari Opportunità e Diritti Civili. In questo momento difficile e complesso, mentre la cultura della discriminazione e del sessismo cresce, le politiche di genere sono innegabilmente paralizzate e si restringono ulteriormente gli spazi di autodeterminazione e di libertà delle persone. La necessità di colmare questo vuoto istituzionale non è più rinviabile e richiede una figura istituzionale di riferimento con un’ampia delega al fine di svolgere una concreta azione di governo in modo tale da superare le disuguaglianze e le discriminazioni che sempre di più colpiscono le donne e le persone Lgbt+.

Per garantire il rispetto delle pari opportunità e dei diritti civili occorre un indirizzo politico e istituzionale dedicato, in grado di prevenire e contrastare la violenza sulle donne e le discriminazioni legate all’identità di genere. Non servono parole ma un impegno concreto a partire dalla indicazione della delega politica non più rinviabile. Essere vittime di violenza e discriminazione è un dramma, ma essere costrett* a restare nella violenza per la mancanza di un sostegno è una sconfitta sociale, economica e anche politica.

Antonello Sannino, Maria Lippiello

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