Manca solo l’ufficialità con la firma del ministro della Salute Roberto Speranza, ma da lunedì 26 aprile gran parte d’Italia tornerà in zona gialla, possibile grazia al Dl ‘Riaperture’ approvato in Consiglio dei ministri dall’esecutivo di Mario Draghi.
Saranno solo cinque le regioni in area arancione: tra queste Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta. La Sardegna invece resterà in zona rossa ancora una settimana.
In giallo dunque tutte le altre regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Umbria, Marche, Campania, Molise e le province autonome di Trento e Bolzano.
Attualmente sono in zona arancione le regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto e alle Province autonome di Bolzano e Trento. In zona rossa invece le regioni Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta.
IL MONITORAGGIO DELL’ISS – Nel monitoraggio settimanale del Ministero della Salute-Iss sull’andamento dell’epidemia per il periodo 12-18 aprile l’indice Rt nazionale continua a scendere. Gli ultimi dati evidenziano infatti un calo a 0,81 rispetto allo 0,85 della scorsa settimana.
Nell’ultima settimana presa in esame si osserva anche una lieve diminuzione della incidenza dei casi di Covid-19, pari a 157,4 per 100mila abitanti, contro 160,5 per 100mila abitanti della settimana precedente. Il dato puntuale a giovedì, quello preso a riferimento per le decisioni, sarebbe di 159. L’incidenza resta elevata e comunque lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino del tracciamento dei casi.
L’allarme resta comunque alto. Secondo un report della Fondazione Gimbe, sono ancora 12 le Regioni e Province autonome in cui la pressione sulle terapie intensive è ancora oltre la soglia critica del 30%: Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Liguria, Calabria.
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