In attesa di sciogliere il nodo candidatura (a questo punto più no che si), Matteo Renzi, senatore e leader di Italia Viva, lancia un messaggio alle candidature bandiera, quelle dei “prendi i voti e scappa”. Parole che arrivano dopo le polemiche dei giorni scorsi, a partire dalle parole di Romano Prodi, su quei leader politici (come la deputata e segretaria dem Elly Schlein e il ministro degli Esteri Antonio Tajani) che hanno annunciato la propria candidatura alle elezioni Europee senza però andarci davvero a Bruxelles in caso di elezione. Ancora attesa per le decisioni di Giorgia Meloni e lo stesso Matteo Renzi. Salvini, invece, con l’annuncio del generale Roberto Vannacci come capolista in tutti i collegi, si è praticamente escluso dalla corsa, così come Giuseppe Conte, circostanza che aveva annunciato da tempo.

Il termine ultimo per consegnare le liste è quello del primo maggio, il voto è in programma sabato 8 e domenica 9 giugno. La premier Meloni potrebbe sciogliere la riserva domenica 28 alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara.

Renzi su X osserva: “Si fa un gran discutere di candidature per le Europee. Io penso una cosa semplice: chi si candida per Strasburgo, se viene eletto, deve andare a Strasburgo. Le candidature “prendi i voti e scappa” non sono serie. Chi le fa considera i cittadini dei “citrulli” da prendere in giro. Le liste che mettono candidati finti non sono liste serie. Noi come Stati Uniti d’Europa siamo seri, spero che lo siano anche gli altri”. L’ex premier non ha ancora sciolto la riserva sull’eventuale candidatura al parlamento europeo ma dopo le parole di oggi e l’accordo con Più Europa, che non vuole candidati bandiera, le possibilità di una candidatura appaiono assai remote.

Nei giorni scorsi Prodi aveva duramente criticato la scelta di Schlein di candidarsi. “Onestamente quello che sta succedendo nelle candidature alle europee vuol dire che non mi dà retta nessuno. Faccio dei ragionamenti sul buon senso perché così si chiede agli elettori di dare il voto a una persona che di sicuro non ci va a Bruxelles se vince. Queste sono ferite alla democrazia che scavano un fosso. Questo ragionamento riguarda Meloni, Schlein, Tajani e tutti i leader che si candidano: non è un modo per sostenere la democrazia”.

 

Redazione

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