L'assemblea di IV
Renzi lancia la sfida a Letta su giustizia, Conte e 5 Stelle: “Scegli da che parte stare”
Rivendica il “cambio di passo” avvenuto con l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi, così come l’operazione politica che ha fatto cadere il governo Conte II, ma soprattutto sfida il neo segretario del Partito Democratico Enrico Letta sul riformismo chiedendo discontinuità dall’abbraccio al popolassimo dei 5 Stelle.
Sono i due temi forti trattati dal Matteo Renzi nell’assemblea di Italia Viva tenuta in streaming sabato. L’intervento del leader di IV è stato ovviamente il più atteso, quello che doveva dettare la linea di un partito alle prese con sondaggi che lo danno non oltre il 3% e con i malumori interni che evidenziano la possibile uscita di almeno due senatori in direzione PD.
Con il governo Draghi, ha detto Renzi “si è aperta la stagione della primavera italiana: è la sconfitta del populismo e il trionfo della politica”. Poi lancia un appello al Partito Democratico: “Siamo pronti al confronto su temi del riformismo, ma va spezzata la catena d’odio di Beppe Grillo”.
Renzi lancia poi una sua idea, la “primavera delle idee”. “La mia proposta è di fare dal 21 marzo al 21 giugno una ‘primavera delle idee’ per aprirsi, ascoltare ed entrare in sintonia con la realtà profonda del Paese”, ha detto aprendo i lavori. “Io lo farò una volta alla settimana: aprire una discussione con un minimo di dieci persone, su Zoom. Saranno incontri dai quali Iv prenderà stimoli e imparerà”.
Il mio intervento alla quarta Assemblea Nazionale di @ItaliaViva#ItaliaViva https://t.co/1CRQylWIw5
— Matteo Renzi (@matteorenzi) March 20, 2021
Ma l’obiettivo principale dell’ex premier restano sempre i grillini, definiti “pregiudicati/spregiudicati”: l’appello di Renzi ad Enrico Letta è quello di abbandonare i propositi di una alleanza nel nome del “progressismo”, come auspicato dall’ex segretario Dem Nicola Zingaretti”, per dire addio a quella fase in cui il PD era “sotto incantesimo di Conte”.
“Caro Enrico, io ti prendo in parola ma a patto che passi dalle dichiarazioni sul riformismo ai fatti. E comunque se il Pd vuole fare Conte capo dei progressisti, allora noi non ci siamo. Vediamo da che parte state“, ci mette il carico da novanta il leader di Italia Viva.
Nel chiedere un cambio di passo a Letta sul tema del Movimento 5 Stelle, Renzi rincara la dose e chiede dove stanno i Dem sul tema della giustizia, ricordando come l’assoluzione di Scaroni e Descalzi sul caso Eni-Nigeria “grida vendetta” per il trattamento subito dai due manager, e del lavoro, in particolare sul Jobs Act rivendicato con forza da Renzi per aver creato, secondo il leader di IV, un milione di posti di lavoro.
LE USCITE DA ITALIA VIVA – Ma a proposito di posti, Renzi potrebbe fare presto i conti con un ridimensionamento delle truppe parlamentari. Il senatore Eugenio Comincini sarebbe pronto al ritorno nel Pd. “E’ questione di giorni – viene riferito – il ‘traguardo’ è martedì quando è prevista l’assemblea dei senatori con Enrico Letta”. Riflessioni in corso su un ritorno alla ‘casa madre’ dem, viene riferito, anche per un altro senatore renziano, Leonardo Grimani.
Comincini che questa mattina ha annunciato effettivamente il ritorno tra i Dem: “Ho deciso di tornare nel Pd. Un anno e mezzo – spiega – fa aderii a Italia viva. Chi mi conosce sa che fu una scelta sofferta. Per diverse ragioni: per la mia storia politica, per il mio percorso, per il radicamento sul territorio, per i legami costruiti dentro una comunità che mi ha visto crescere nell’impegno politico ed istituzionale, per il constante confronto con i sindaci e gli amministratori ai quali sono rimasto legatissimo, per l’esperienza vissuta. Seguire Matteo Renzi mi sembrò il modo di rimanere coerente al percorso politico che avevo fatto; lasciare il Pd per entrare in Italia viva fu però una scelta dettata dalla convinzione che in quel momento si potesse e dovesse costruire, fuori dal Pd, ‘una casa dei riformisti’ in grado di allargare il campo del centrosinistra”
“Torno in pace, senza essere ‘cavallo di Troia’ di nessuno, disponibile al confronto sulle idee, volendo davvero che si dismetta la pesatura delle genealogie politiche anziché dar peso alle strategie”, ha scritto il senatore su Facebook.
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