L’Italia si appresta a colorarsi quasi tutta di arancione da lunedì. In rosso ci saranno solo Valle d’Aosta, Sardegna, Campagna e Puglia, e il Fiorentino. Per tutte le altre regioni in arrivo un leggero allentamento delle misure, con l’apertura dei negozi, dei parrucchieri e dei centri estetici. Torneranno in classe gli alunni anche della seconda e della terza media, mentre per le scuole superiori le lezioni in presenza saranno almeno al 50%.

Ma a tenere sempre banco è il dibattito sulle riaperture. Tema sul quale il premier Mario Draghi non ha saputo indicare nella conferenza di giovedì 8 aprile una data certa. C’è chi ipotizza tra fine aprile e inizio maggio ma per il momento non c’è alcuna certezza. “Dal 20 aprile potremmo incontrarci col Governo per discutere di aperture” ha detto il governatore ligure Giovanni Toti nel corso di una diretta facebook durante il quotidiano punto su pandemia e vaccinazioni. “Dal 20 dobbiamo cominciare a programmare le riaperture perché bisogna dare una prospettiva al Paese”.

I ristoratori del movimento ‘Io apro‘, già sulle barricate da diverse settimane, saranno in piazza lunedì 12 aprile a Roma con l’intenzione di arrivare davanti a piazza Montecitorio. A pochi giorni dalla manifestazione con i disordini davanti alla Camera, il movimento e’ pronto a scendere di nuovo in piazza. “Porteremo 20.000 persone davanti al Parlamento” hanno assicurato gli organizzatori. Ma la Questura di Roma ha vietato la manifestazione in quanto la piazza quel giorno sarebbe già occupata da un altro sit-in. La manifestazione potrebbe essere concordata in un’altra piazza del centro di Roma con una capienza maggiore.

Ma anche il mondo delle palestre, condizionato dall’incertezza, fa sentire la propria voce. Sulle riaperture “non si sa niente, ma nessuno ne parla. Abbiamo un sottosegretario allo Sport (Valentina Vezzali, ndr) che è ormai un fantasma“, dice a LaPresse Giampiero Guglielmi, numero uno dell’Anpals, Associazione nazionale palestre e lavoratori sportivi.

“Decideranno di aprire a maggio, a giugno? Sappiamo benissimo che in questi due mesi l’attività sportiva non è nel clou. Quindi, saranno due anni di attività perse. Ce ne vorranno almeno altri tre per potersi riprendere per quelle che rimarranno in piedi, perché almeno il 30% delle strutture chiuderà“, avverte. “Il 20% delle palestre in Italia ha riaperto sapendo di andare contro il decreto legge, perché è una necessità. Questa percentuale – continua Guglielmi – potrebbe salire sicuramente nei prossimi giorni, anche perché il settore dello sport è quello più danneggiato tra tutte le attività non essenziali”.

 

 

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