La Camera penale di Napoli
“Riaprire il Palazzo di Giustizia”, l’appello dei penalisti di Napoli

Per i penalisti di Napoli è tempo di riaprire tutte le porte del Palazzo di Giustizia e tornare ai ritmi pre-pandemia. «A far data dal primo dicembre – scrive la giunta della Camera penale presieduta dall’avvocato Marco Campora, indirizzando la lettera ai capi degli uffici giudiziari napoletani – vengano eliminate tutte le restrizioni agli accessi presso le cancellerie del Tribunale e della Corte d’appello e si abolisca il fallimentare sistema delle prenotazioni come già da tempo avvenuto per l’accesso agli uffici della Procura».
I penalisti chiedono anche che si torni alle udienze con il pubblico presente in aula. «Basta celebrarle nella segretezza e nel silenzio – sostengono -. La pubblicità delle udienze è, di contro, un valore fondante delle democrazie poiché consente all’opinione pubblica di controllare personalmente il funzionamento della giustizia, la correttezza e la razionalità delle decisioni e più banalmente di comprendere le ragioni per le quali viene emessa una condanna o un’assoluzione. È uno strumento di controllo e, nel contempo, di crescita del senso critico della popolazione». Di fronte a un mondo che sta tornando alla normalità pur mantenendo alta l’attenzione su mascherine e distanziamento, appare anomalo che il Palazzo di Giustizia continui ad essere un luogo blindato solo per motivi sanitari.
«Sorge il sospetto – dicono i penalisti – che la volontà di mantenere in atto il regime di limitazione agli ingressi sia un modo per rendere più agevole e tranquillo il lavoro di parte del personale dipendente a scapito degli avvocati e degli utenti, ma anche di un’altra parte non irrilevante del personale che con sacrificio e abnegazione sopperisce alle mancanze di altri». Per gli avvocati, dunque, basta accessi off limits alle cancellerie, basta processi a porte chiuse e sì a un sistema generalizzato valido per tutti i giudici per la trattazione delle udienze.
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