Bocciata la richiesta
Ricorso di Davigo su presidenza di Cassazione bocciato, il Csm: “Non si può, troppo tardi”
Rimandata a lunedì prossimo la decisione del plenum del Csm sul collocamento a riposo di Piercamillo Davigo. E’ stato rinviato, come già accaduto la settimana scorsa, il voto sulla pratica riguardante il pensionamento del magistrato che il prossimo 20 ottobre compirà 70 anni. Lunedì all’ordine del giorno ci sarà anche la delibera votata a maggioranza dalla Commissione verifica titoli, secondo la quale il togato deve lasciare, in conseguenza del suo pensionamento, anche l’incarico a Palazzo dei Marescialli.
Nonostante sembrasse cosa fatta il voto in favore di una sua permanenza in Consiglio a dispetto del fatto che dal 20 ottobre non sarà più un magistrato attivo, insistentemente sta circolando la voce che contro questa inusuale scelta siano pronti ad esprimersi i vertici della Cassazione che del Csm fanno parte. È stato peraltro deciso che Davigo aveva sì un maggior numero di requisiti del suo rivale Domenico Carcano per la nomina a vice presidente aggiunto della Cassazione, ma essendo quel ruolo ormai legittimamente occupato (da luglio) da Margherita Cassano, ed essendo la data del pensionamento di Davigo vicinissima, manca il tempo per realizzare il suo desiderio. L’aspirazione è riconosciuta legittima e fondata, ma null’altro. Premio di consolazione: verrà inserita nel suo dossier la sentenza del Consiglio di Stato che lo ha dichiarato “vincitore del contenzioso per la nomina di presidente aggiunto” della Suprema Corte.
La delibera di Palazzo dei Marescialli è stata presa a maggioranza, con quattro astensioni. Si sono astenuti Stefano Cavanna (laico considerato in quota Lega), Fulvio Gigliotti (laico considerato in quota Cinque stelle), Giuseppe Marra e Ilaria Pepe, magistrati della stessa corrente dell’ex pm milanese. Non gli sarà attribuito il titolo di presidente aggiunto della Cassazione, né gli sono stati riconosciuti al momento incrementi retributivi o emolumenti sotto forma di risarcimento. Nella delibera approvata, il Csm osserva che “la sentenza da eseguire ha annullato la delibera del Csm per l’insufficienza della motivazione delle ragioni della prevalenza del dottor Carcano sul dottor Davigo” e che “alla stregua degli elementi in essa presi in considerazione, non si ravvisano ragionevoli spazi per una nuova valutazione di prevalenza del dottor Carcano, non essendo superabile il rilievo relativo all’assenza nel suo profilo dell’indicatore della partecipazione alle Sezioni Unite, presente invece in quello del dottor Davigo”.
L’esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato, è stato stabilito “non può avere quale oggetto l’attribuzione al dottor Davigo della qualifica e delle funzioni di presidente aggiunto della Corte di Cassazione ora per allora essendo stato il posto coperto all’esito di un legittimo concorso”. Si nota poi che anche il dottor Davigo è ormai prossimo alla pensione, così come lo era il dottor Carcano al momento della pronuncia del Consiglio di Stato. Per queste ragioni, in esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato, si legge ancora nella delibera, “deve essere prestata acquiescenza al giudicato amministrativo tout court e deve conseguentemente essere dichiarato il non luogo a provvedere rispetto all’istanza del dottor Davigo di conferimento dell’incarico di presidente aggiunto della Corte di Cassazione con ogni effetto di legge o, in subordine, di riconoscimento del titolo di presidente aggiunto della Corte di Cassazione. Nessuna decisione – conclude il Csm – deve infine essere adottata in relazione all’attribuzione dei relativi incrementi retributivi, nonché degli ulteriori emolumenti accessori, anche sotto forma di risarcimento dei danno per perdita di chance, a far data dal 21/2/18, non essendo oggetto del presente procedimento di esecuzione della sentenza”.
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