L'Anm passa all'incasso
Riforma del Csm, niente sorteggio: “Le correnti garantiscono equilibrio”
L’Associazione nazionale magistrati passa subito all’incasso. È stato sufficiente ventilare l’altro giorno l’ipotesi di uno sciopero per ottenere la definitiva archiviazione del sorteggio per l’elezione dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura. La riforma più attesa, senza girarci tanto intorno, era quella relativa all’Organo di autogoverno delle toghe. Una riforma che, secondo le intenzioni, avrebbe dovuto mettere fine allo strapotere delle correnti.
Dopo una lunga riunione, la maggioranza ha deciso ieri però di fare dietrofront, eliminando a sorpresa il sorteggio dei collegi e optando così per il ritorno al testo originario dell’emendamento Cartabia sul sistema elettorale del Csm. Il testo iniziale, fanno sapere fonti della maggioranza “risponderebbe meglio all’esigenza di un quadro più razionale, capace di garantire un equilibrio”. In altre parole, agevolerà le correnti della magistratura associata secondo il collaudato meccanismo by Luca Palamara.
Il modello proposto dalla ministra, infatti, è una sorta di Mattarellum, un maggioritario con correzione proporzionale che premierà le correnti più forti e strutturate: Area, il gruppo progressista, e Magistratura indipendente, il gruppo di centrodestra.
In altri termini, per eleggere i 20 componenti togati del Csm (attualmente sono 16) verranno previsti sette collegi dove passeranno i primi due. Gli altri posti verranno assegnati con il proporzionale, dove è previsto lo scorporo dei voti ottenuti nel maggioritario. Un contentino per gli altri gruppi. I paletti previsti, peraltro, potranno essere aggirati presentando le “liste civetta” come accaduto nelle elezioni politiche del 2001, al termine delle quali il Mattarellum venne dichiarato incostituzionale. “L’adozione di un sistema maggioritario binominale con collegi medio-piccoli porterebbe bipolarismo, conflittualità e ad un governo politico della giustizia, con maggioranza e opposizione, a discapito della serena obiettività con cui dovrebbero essere governate le carriere dei magistrati”, aveva detto l’ex pm antimafia Sebastiano Ardita.
Per il magistrato era fondamentale “scongiurare il rischio che questo Parlamento, pur mosso dalle migliori intenzioni, finisca per varare una legge che consegni mani e piedi la vita professionale dei magistrati al sistema di potere delle correnti, esasperata da una logica di conflitto politico bipolare”. Appunto. Il ritorno al testo Cartabia avverrà attraverso un emendamento della Commissione da presentare in Aula, senza quindi riapertura dei termini per i subemendamenti. Sul fronte Csm, invece, è stata bocciata ieri a sorpresa l’archiviazione della pratica per incompatibilità nei confronti di Anna Canepa, attuale sostituto presso la Procura nazionale antimafia. In una chat con l’ex zar delle nomine Luca Palamara, aveva definito due colleghi aspiranti per il posto di procuratore di Savona “banditi ed incapaci”.
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