Priorità Paese sono lavoro, sanità e Pnrr, non il premierato”. Lo spin di Andrea Orlando (I salari non saliranno né con il presidenzialismo né con il premierato) è stato recepito in blocco dalla segretaria del suo partito Elly Schlein. Una variante del messaggio lo ha elaborato invece Anna Ascani ad Un giorno da Pecora (“il presidenzialismo è una follia”).

In pratica è un ‘chi se ne importa delle riforme’ che manda definitivamente in soffitta i rovelli e le proposte ultratrentennali di decine di esponenti del centrosinistra. È come se Elly Schlein in un colpo solo avesse derubricato ad amenità il pensiero di Nilde Iotti, Ciriaco De Mita, Roberto Ruffilli, Stefano Ceccanti e lasciamo perdere gli invisi Matteo Renzi e Maria Elena Boschi.

Perché perdere tempo con le modalità di funzionamento, quando ci sono cose ben più importanti? È il trionfo ai massimi livelli del benaltrismo, le riforme portano ‘sfiga’, al massimo li aspettiamo al referendum per batterli come avvenne con Renzi nel 2016. Una linea di pensiero, questa, adottata anche da alcuni quotidiani: toccare la Costituzione non porta bene ai proponenti, e si allega la lunga lista delle bicamerali, delle proposte di revisione costituzionale, dei referendum, per l’appunto falliti. Il tema è un pochino più complesso, il fallimento di questi tentativi non ha per magia ottenuto il funzionamento dello Stato, piuttosto il contrario, la macchina risulta essere sempre più scassata.

Tutti rilievi quindi che cozzano con la realtà. L’Italia è un Paese bloccato anche per le regole che governano le sue istituzioni, per la lentezza del bicameralismo paritario, per l’eccesso di freni che caratterizzano Palazzo Chigi. Una farraginosità che si riflette poi sull’azione politica, anche sui ‘salari’ per rispondere ad Andrea Orlando. Se Giorgia Meloni decidesse di andare avanti sul serio, sarebbe importante per tutti, con buona pace per gli Aventini di Elly Schlein.

Phil

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