“Il governo del Primo Ministro” non è uno slogan usato da Giorgia Meloni uscendo dagli incontri sulle riforme in corso a Montecitorio e neanche un tweet di Matteo Renzi che rilancia la battaglia sul Sindaco d’Italia. È il titolo della tesi numero 1 del patto per l’Italia sottoscritto dall’Ulivo nel 1996. Lo ha ricordato anche il costituzionalista Stefano Ceccanti sul Foglio: il cosiddetto premierato, variamente declinato, è da sempre nel Dna del centrosinistra. Un centrosinistra che anche nella versione Ds ha sempre dato un’importanza centrale al tema delle riforme, basti pensare al ruolo che ha esercitato negli anni l’ex ministra Anna Finocchiaro.

Per dire che siamo già lontani anni luce dall’odierna ed un po’ scandalosa posizione espressa da un altro ex ministro proveniente dalla stessa area politica: Andrea Orlando. “I salari non saliranno ne’ con il presidenzialismo ne’ con il premierato”, ha twittato stamani il deputato del Pd per mettere in chiaro la scarsa importanza che Elly Schlein darà al tavolo delle riforme. Lo stesso sentimento espresso da Giuseppe Conte dopo l’incontro con la presidente del consiglio, in pratica anche il M5S di fatto chiuderà le porte su tutto.

È l’annuncio di un nuovo Aventino dove i due partiti consumeranno il loro braccio di ferro per la conquista delle piazze.
“Finirà così” dice sconsolata nei corridoi una deputata dem toscana, “di fatto rinunciamo alla pretesa di cambiare il Paese con le riforme, per rinchiuderci in uno splendido isolamento con le piazze”.

Un Aventino che metterà in soffitta decenni di disegni di legge sulle riforme, da Romano Prodi, a Walter Veltroni, Stefano Ceccanti, già parlamentare dem e punto di riferimento di tutte le storiche battaglie costituzionali del Pd, per finire con la battaglia di “Basta un sì” del referendum costituzionale del 2016, dove il sì non vinse come purtroppo ricordiamo bene, ma conquistò il cervello ed il cuore di oltre 13 milioni di italiani.

Ora improvvisamente le riforme non sono più importanti (Orlando docet), lo Stato funziona benissimo, il bicameralismo perfetto è una sinfonia, poteri e responsabilità del Presidente del Consiglio vanno bene come sono.

phil

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