“Finalmente ho incontrato Chico Forti, ho avuto questa bellissima opportunità di conoscere da molto vicino una persona fortissima sincera sensibile e sofferente ma con una dignità da intimorire talmente e forte. E sono ora più che mai ancora più convinto che va aiutato, dobbiamo farlo tutti insieme a farlo tornare in Italia da uomo libero”. Così Rocco Siffredi lancia un appello via Facebook a sostegno di Chico Forti, 63 anni, produttore televisivo e velista trentino condannato all’ergastolo in America nel 2000 per l’omicidio di Dale Pike. Ha sempre gridato al mondo di essere innocente e di essere vittima di un errore giudiziario. Da allora sta scontando la pena in carcere negli Stati Uniti. Una vicenda giudiziaria piena di punti oscuri e aspetti da chiarire ferma al palo ormai da anni.

“Le ingiustizie che ha subito sono impossibili da quantificare, solo un uomo con palle come le sue poteva reggere tutto quello che ha subito e sta ancora subendo e ripeto sempre con una interminabile dignità”, ha continuato Siffredi postando una foto con sua moglie e Forti presso “Miami-Orlando”. Secondo quanto riportato da L’Adige, Forti ha scontato parte della sua pena vicino a Miami, al Dade correctional institution di Florida City e ora “Dade correctional institution” di Florida City, a sud di Homestead, Miami, dove ha il conforto di un “golden retriever gigante di nome Disco; buono e dolce” aveva avuto occasione di spigare lo stesso Chico.

Il 23 dicembre del 2020 era arrivato l’annuncio da parte di Luigi Di Maio all’epoca Ministro degli Esteri in cui affermava che la situazione di Forti sarebbe presto stata risolta. “Ho una bellissima notizia da darvi: Chico Forti tornerà in Italia – aveva scritto a quel tempo in un post il ministro degli Esteri Luigi di Maio – L’ho appena comunicato alla famiglia e ho informato il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. Il Governatore della Florida – spiega Di Maio – ha infatti accolto l’istanza di Chico di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito in Italia. Si tratta di un risultato estremamente importante, che premia un lungo e paziente lavoro politico e diplomatico. Non ci siamo mai dimenticati di Chico Forti, che potrà finalmente fare ritorno nel suo Paese vicino ai suoi cari” continuava il post. Ma all’annuncio non sono mai seguiti i fatti.

E gli appelli di tanti amici anche del mondo dello spettacolo e della sua famiglia non sono mai cessati. Tra questi quelli dello zio di Chico, Giovanni Forti: “Chico ormai è allo stremo. Sì è vero, è un combattente nato – diceva nel giugno 2021 deluso da quel nulla di fatto dopo l’annuncio di di Maio – Ma stavolta è al limite. In questi mesi di pandemia, abbiamo avuto anche problemi a sentirlo con continuità. E’ isolato dal mondo. Poco prima di Natale dell’anno scorso, il ministero degli Esteri aveva annunciato che il trasferimento in Italia ormai era cosa fatta – continua Forti – Bene, ad oggi solo silenzio. Questa tragedia familiare, oltre che giudiziaria, non ha fine. A questo punto siamo costretti a chiedere al governo risposte certe”.

Alla base del ritardo, dopo l’annuncio festante di Di Maio, ci sarebbero problemi burocratici: i documenti, che il dipartimento della giustizia degli Stati Uniti avrebbe dovuto mandare al ministero della Giustizia per accordarsi sulla commutazione della pena e relativo trasferimento, non sarebbero mai arrivati in Italia. “Senza questi documenti Chico non può rientrare – sottolinea Gianni Forti – Dall’annuncio del ministro Di Maio sembrava che sarebbero passate poche settimane, lo aspettavamo il 14 febbraio per il compleanno della mamma che ha compiuto 93 anni, poi a Pasqua, infine a maggio. Invece, ancora niente. Siamo fermi al palo”.

Da quel momento di acqua sotto i ponti ne è passata, il governo è cambiato e tutto sembra essere nuovamente bloccato. Quello che è certo è che Gianni Forti non è disposto a mollare la sua battaglia: “Ogni giorno giro per sbloccare questa situazione – ha detto al Dolomiti in un’intervista di agosto 2022 – tutti mi dicono che si stanno interessando al suo rientro ma la situazione purtroppo è questa. Abbiamo aspettato 24 anni e di certo non demordiamo”. E ancora qualche mese dopo, lo scorso dicembre, lo Zio all’Adige continuava a dirsi fiducioso, nonostante tutto: “Posso dire solo che il nuovo governo si è speso e si sta spendendo per superare gli ostacoli (in Florida) che ancora frenano il rientro di Chico. Io sono molto fiducioso“.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.