Il caso a Roma
Roma, nel locali del Comune la mostra filorussa. Imbarazzo nel Pd. Minisindaca costretta alle scuse. Iv e Azione: “Inaccettabile”
Inaugurata a Roma, nei locali della Casa della Partecipazione a San Lorenzo, la mostra “ResistenZa” non lascia adito a dubbi: esalta la propaganda filorussa. Un caso destinato a creare imbarazzo e polemiche, al punto che la Minisindaca dem è costretta a prendere le distanze. Iv e Azione, in una nota, chiedono conto di tanta superficialità
Nella Capitale, ancora un episodio destinato a generare polemica e imbarazzo fra i dem: a Roma, lo scorso 20 maggio è stata inaugurata una mostra organizzata da Patria Socialista all’interno della Casa della Partecipazione di San Lorenzo. Tutto nella norma, sembrerebbe. Ma è nei dettagli che si nascondono le insidie. E il dettaglio cui prestare attenzione, stavolta, è una “Z”. La mostra si intitola “ResistenZa“, con la Z in bella evidenza, a richiamare il simbolo dipinto sui mezzi e i carri armati in dotazione all’esercito russo. Un simbolo tristemente noto: abbiamo imparato a riconoscerlo come l’meblema dell’invasione russa del territorio ucraino, oltre un anno fa. È, insomma, un evento che strizza l’occhio alla propaganda filorussa.
Un aspetto non secondario dell’evento in corso: la nostra – che vede esposte le opere di Federica Vasselli ed Elena Bogma – non solo rivisita il conflitto russo-ucraino interpetandolo come un’azione di difesa contro i filo-nazisti, ovvero, secondo Patria Socialista, gli ucraini del Donbass, ma ha ricevuto il sostegno delle ambasciate di Mosca e Minsk, nonché il plauso delle ambasciate di Cuba e Nicaragua, paesi guidati da regimi di stampo comunista.
Una vicinanza che non può che imbarazzare il Pd, visto che il II Municipio della Capitale è a guida dem e che i locali che ospitano la mostra sono di proprietà del Comune. E pare proprio che i Dem abbiano dimenticato che l’Italia è schierata al fianco del popolo ucraino, invaso e quotidianamente attaccato militarmente dall’esercito russo.
“È inaccettabile che il Municipio II, guidato dal Partito Democratico, abbia autorizzato la mostra d’arte ResistenZa nei locali pubblici della Casa della Partecipazione, in via dei Sabelli”, scrivono in una nota congiunta Francesca Leoncini, consigliera capitolina di Italia Viva, Marco Dolfi, consigliere IV nel Municipio II e Marco Cappa, coordinatore di Italia Viva Roma.
“L’iniziativa, che si è tenuta lo scorso 20 maggio, richiamava, in locandina, la ‘Z’ dipinta sui carri armati russi, che stanno spargendo orrore, morte e distruzione in Ucraina. Non è ovviamente in discussione la libertà di espressione, ma parliamo in questo caso di una sede istituzionale utilizzata per promuovere la propaganda putiniana. L’Amministrazione municipale ha dato spazi e visibilità a un regime invasore che sta mietendo migliaia di vittime e minacciando la libertà e l’Europa. Come possono essere stati così distratti e superficiali gli amministratori del Pd nell’attività di controllo, consentendo di fatto lo svolgimento di una simile manifestazione? Le prese di distanza arrivate nelle ultime ore non possono certo giustificare quanto accaduto, che resta un fatto grave”, chiedono i consiglieri nella nota.
Una situazione che ha attirato l’attenzione anche di Marta Ottaviani, giornalista, che su Twitter si chiede il perché di un ritardo eclatante nel fornire i necessari chiarimenti, da parte del Pd Roma. E che aggiunge un consiglio: “Il prossimo 25 aprile restate a casa”.
Una superficialità che ha portato la Minisindaca Francesca Del Bello a dover prendere le distanze dall’iniziativa. Si è trattato, dunque, come ammette Del Bello, di “un grave errore”. “La mostra – afferma Del Bello – lancia un messaggio fuorviante rispetto alle responsabilità dell’invasione russa. L’organismo municipale preposto al rilascio dell’autorizzazione ha concesso i locali in assoluta buona fede, senza immaginare che una mostra d’arte potesse veicolare un messaggio così inaccettabile, da cui prendiamo nettamente le distanze. Ho richiamato chi di dovere ad una maggiore attenzione, nella consapevolezza che gli spazi pubblici debbano sì essere aperti a tutti, ma in nessun caso utilizzati per promuovere posizioni lontane dal nostro dettato costituzionale e dalla nostra cultura di rispetto e autodeterminazione dei popoli”.
Meglio tardi che mai, ma si è trattato pur sempre di uno scivolone non da poco, negli stessi giorni in cui il popolo ucraino subisce attacchi sempre più poderosi da parte russa.
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