Domenica mattina è morta Rossana Rossanda. Magari molti giovani non sanno nemmeno chi sia stata. Purtroppo la società di oggi ha la memoria cortissima. È stata una delle più colte e intelligenti intellettuali di sinistra del dopoguerra. Nel dopoguerra esisteva la categoria degli intellettuali, oggi praticamente estinta. E aveva un ruolo notevole nella formazione dello spirito pubblico. Non so come posso spiegare a un giovane chi fossero gli intellettuali. Magari loro pensano a Casaleggio, o agli opinionisti Tv, o agli influencer dei social. No: erano persone colte, che avevano un sistema di pensiero, una conoscenza della storia e della società, un’idea di futuro. E che erano capaci di influenzare e affascinare con queste loro doti intere generazioni.

Rossanda è stata decisiva nella formazione intellettuale di quelli che si chiamano i baby boomers, la generazione nata subito dopo la guerra e nei primi anni 50. È stata una rivoluzionaria, credeva nel marxismo, lo studiava, immaginava come riformarlo e plasmarlo. Era lontana mille miglia dallo schema degli apparati sovietici. Aveva combattuto lo stalinismo, e aveva pagato per questo, anche se aveva avuto una incomprensibile infatuazione per Mao. E dagli anni 70 in poi è stata un monumento del garantismo. Rigoroso, totale. Cioè vero. Conoscete molti intellettuali di sinistra del dopoguerra che avessero il garantismo come pilastro teorico?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.