Il malore un'ora dopo il pranzo in un ristorante orientale
Rossella Di Fuorti non è morta per il sushi, l’autopsia: “Emorragia cerebrale”

Rossella Di Fuorti sarebbe morta a causa di una emorragia cerebrale. Queste le prime risultanze emerse dall’autopsia disposta dalla procura di Napoli sul corpo della 40enne deceduta lo scorso 9 febbraio dopo il pranzo del suo compleanno, in compagnia del marito e dei due figli, in un ristorante orientale nel quartiere napoletano di Fuorigrotta. L’esame autoptico è avvenuto in mattinata al Secondo Policlinico ma per avere un quadro completo bisognerà attendere i risultati istologici che verranno eseguiti sui campioni prelevati.
La donna, insieme alla sua famiglia, era andata giovedì scorso a pranzo in un ristorante di sushi. Tornata a casa intorno alle 15, poco dopo aveva accusato un malore ed è deceduta nella stessa abitazione nonostante l’intervento dei sanitari del 118. Una tempistica che portava ad escludere correlazioni con eventuali reazioni a quanto ingerito un’ora prima. Anche perché sia il marito che i due figli non hanno riportato alcuna conseguenza dopo il pranzo.
Ma la tragedia della giovane mamma aveva fatto subito scattare l’allarme contro i ristoranti di sushi presenti in città. Quello in questione, presente in via Diocleziano, è stato chiuso nei giorni successivi al decesso dai carabinieri dei Nas per gravi carenze igienico sanitarie. Un provvedimento tuttavia, così come sottolineato dagli stessi militari dei Nuclei Antisofisticazione e Sanità, non correlato al decesso della donna in questione. Accertamenti sono stati eseguiti anche su tutti gli alimenti presenti nel locale al momento dell’ispezione proprio per capire se il malore accusato da Rossella possa essere correlato al cibo ingerito.
Un attacco che ha messo ancora una volta in cattiva luce buona parte del settore sushi e anche la formula “all you can eat” dove in cambio di una cifra fissa (generalmente 15-20 euro a pranzo e 22-30 a cena, escluse le bibite) si mangia tutto quello che si vuole. Nelle scorse ore anche l’avvocato Sergio Pisani, che assiste la famiglia della 40enne, aveva riportato in una nota le parole del fratello di Rossella, precisando che la stessa famiglia “non ha mai puntato il dito contro il ristorante dove lei, insieme con i suoi familiari, ha festeggiato il suo quarantesimo compleanno”. “Il nome del ristorante – ha spiegato Pisani – è uscito fuori unicamente per la necessità di ricostruire le varie tappe di questa tragica giornata”.
Una tragedia quella di Rossella Di Fuorti, che viveva nel quartiere di Soccavo, avvenuta nel giorno del suo compleanno. Quella stessa sera familiari e amici avevano organizzato una festa e, il giorno successivo, era poi in programma un weekend a Roccaraso sulle piste da sci. Adesso dopo l’esame autoptico, la salma tornerà alla famiglia e nei prossimi giorni saranno celebrati i funerali.
La sua morte aveva richiamato alla memoria quella di Luca Piscopo, il 15enne, sempre di Soccavo, morto nel dicembre del 2021 dopo avere pranzato in un ristorante di sushi al Vomero, poi sequestrato per “commercio di sostanze nocive“. In quel caso la causa era stata la salmonella con ristoratore e medico indagati dalla procura di Napoli.
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