La trasformazione ufficiale da parte del Cremlino del conflitto in Ucraina da “operazione militare speciale” a vera e propria guerra, col discorso alla nazione del presidente russo Vladimir Putin con cui ha annunciato la mobilitazione militare in Russia di circa 300mila riservisti, sta avendo i primi effetti in patria.

L’annuncio non poteva non avere conseguenze nell’opinione pubblica russa: pur con la ‘mordacchia’ imposta dal Cremlino alla libertà informazione, è chiaro che mobilitare 300mila soldati riservisti nel conflitto in Ucraina è una mossa spinta dall’insuccesso dell’operazione militare, con la controffensiva ucraina che sta riconquistando chilometri di territorio in precedenza occupati dai militari del Cremlino.

La paura di venir spediti in Ucraina, esposti alla carneficina di fronte ad un esercito più esiguo ma ormai perfettamente addestrato e oltretutto dotato di armamenti ed equipaggiamenti migliori, sta spingendo in molti a tentare la fuga dal Paese.

I voli diretti da Mosca a Istanbul (Turchia), Erevan (Armenia) o Tblisi (Georgia), uniche destinazioni raggiungibili senza scali, sono già introvabili. A scriverlo è il quotidiano indipendente russo Meduza, che ha controllato l’operatività di Aviasales, il sito web più popolare in Russia per l’acquisto di biglietti aerei.

La febbre dell’acquisto è alimentata da voci di una possibile chiusura del confine per tutti gli uomini di età compresa fra 18 e 65 anni. Le ferrovie russe e la compagnia aerea Aeroflot hanno detto di non aver “ancora” ricevuto l’ordine di bloccare la vendita di biglietti agli uomini in età militare.

Di fronte ad una possibile fuga dei russi è inoltre già arrivata una risposta dalla vicina Lettonia. Il ministro degli Esteri di Riga, Edgars Rinkēvičs, ha precisato via Twitter che il Paese “per motivi di sicurezza” non rilascerà visti umanitari o di altro tipo ai cittadini russi che voglio evitare la mobilitazione militare imposta dal Cremlino, “né modificherà le restrizioni ai valichi di frontiera per i cittadini russi con visto Schengen introdotte dal 19 settembre”.

La ricerca di una via di fuga dal Paese, di fronte al rischio che la mobilitazione parziale di 300mila riservisti possa diventare di ben altro tipo nelle prossime settimane o mesi, si può notare anche guardando semplicemente ai ‘trends’ di Google. La ricerca sul più importante motore di ricerca della parola chiave “Come lasciare la Russia” (Как уехать из россии) hanno avuto un’impennata già nel pomeriggio di martedì 20 settembre, quando era filtrata la notizia di un discorso alla nazione di Vladimir Putin.

Guardando ai trend, si può notare che la regione in cui vi sono state maggiori ricerche sono quella di San Pietroburgo e quella di Mosca. Inoltre, scrive l’Ansa, si stanno diffondendo su Telegram, il social network più utilizzato in Russia, elenchi che raccolgono i nomi delle organizzazioni che offrono consulenza per la tutela dei diritti del personale militare.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia