La strana ‘missione’ di Matteo Salvini in Ucraina si apre nel peggiore dei modi. Il leader della Lega, che lunedì è andato a Varsavia, capitale della Polonia, per una missione all’estero legata all’invasione militare russa in Ucraina, questa mattina è stato contestato al suo arrivo alla stazione Przemysl, cittadina ad una decina di chilometri al confine con l’Ucraina.

Qui infatti ad aspettarlo c’era il sindaco della città, Wojciech Bakun che ha prima ringraziato l’Italia e poi ha mostrato una maglietta con il volto di Putin e rivolgendosi a Salvini ha detto: “Io non la ricevo, venga con me al confine a condannarlo“.

Lì c’erano anche alcuni italiani che hanno contestato l’ex ministro dell’Interno, urlandogli “buffone”. Ma le ‘provocazioni’ non sono state raccolte dal leader del Carroccio, che ha sottolineato come la sua presenza è per portare “aiuti e pace”, “non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra”.

Lunedì a Varsavia, Salvini ha incontrato l’ambasciatore italiano Aldo Amati, i rappresentanti di alcune aziende italiane presenti in Polonia e alcuni esponenti della Chiesa.

Salvini ha raggiunto il confine tra Polonia e Ucraina assieme ai volontari di ‘Ripartiamo onlus’, una associazione con sede a Roma che la scorsa settimana avrebbe già trasferito in Italia 35 persone tra donne e bambini che erano in orfanotrofio.

Onlus che, come confermato da fonti della Lega all’Agi, è stata fondata da Francesca Immacolata Chaouqui, lobbista ed esperta di comunicazione, finita nel 2015 nel cosiddetto scandalo di Vatileaks 2. Chaouqui  venne condannata, insieme con monsignor Lucio ngel Vallejo Balda, a 10 mesi di reclusione (pena poi sospesa) per sottrazione di informazioni riservate sulle spese economiche della Santa Sede.

La contestazione odierna nasce dai legami ‘storici’ tra il Carroccio e Putin e in particolare col partito dello Zar, Russia Unita. Ma la ‘fascinazione’ del leader della Lega nei confronti del presidente russo è nota: nel 2017 disse di preferirlo all’allora cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Salvini si era poi fatto fotografare più volte davanti al Cremlino indossando una maglietta raffigurante il volto di Putin, stringendo anche accordi col partito del presidente russo.

Avatar photo

Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.