Le testimonianze di chi lavorava in quel reparto ricostruiscono il clima “vessatorio” che viveva anche Sara
Sara Pedri, l’ex primario inchiodato da 15 medici che lo accusano di mobbing: “Si accaniva senza motivo”

Sara Pedri potrebbe essere una delle vittime su cui si abbatteva l’atteggiamento “vessatorio” che ben 15 medici hanno denunciato di aver subito da Saverio Tateo, l’ex primario dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento dove la giovane dottoressa lavorava. Ed è stata proprio la sua scomparsa il 4 marzo scorso a sollevare i dubbi che in quel reparto succedesse qualcosa di molto brutto, qualcosa che potrebbe aver turbato talmente tanto la serenità di Sara, 31 anni di Forlì, da spingerla a compiere un gesto estremo. Di lei, per ora, sono stati trovati solo l’auto con all’interno tutti i suoi effetti personali in prossimità del ponte Mostizzolo in valle di Non. Un luogo tristemente noto per i suicidi.
E da qui i dubbi sollevati sin da subito dalla famiglia Pedri. Cosa succedeva in quel reparto da costringere “molti colleghi ad andar via”, come ha detto una testimone? Sono in 15 i medici che hanno deciso di raccontarlo come è riportato nelle otto pagine del provvedimento disciplinare a carico dell’ex direttore di ginecologia Saverio Tateo. Nero su bianco ci sono iscritti i nomi dei medici che sarebbero stati vittime di mobbing da parte del primario, “vessati” e “umiliati”. Tra questi c’è anche quello di Sara Pedri.
Secondo la ricostruzione delle carte fatta dal Corriere della Sera, a denunciare ci sarebbero stati 15 medici. Il primo episodio risale al 18 ottobre 2018 quando durante un colloquio sui turni Tateo avrebbe denigrato pubblicamente una collega minacciandola di provvedimenti disciplinari. Il 23 ottobre 2018 avrebbe pronunciato la frase “vanno eliminate fisicamente”, riferendosi ad alcune colleghe, perché “sono mele marce”. Il 25 ottobre, sempre durante un colloquio, avrebbe aggredito una dottoressa. “Mi fu ripetutamente chiesto di presentare le dimissioni”, ha raccontato. Altre presunte aggressioni verbali risalgono a ottobre, sempre del 2018.
Poi c’è la vicenda nota delle pareti insonorizzate del suo ufficio. “Non infrequentemente — racconta una testimone— si sentono nel reparto e nella sala d’attesa del pronto soccorso ginecologico toni alterati del dottor Tateo provenienti dal suo studio”. Ed ecco la richiesta di “insonorizzare le pareti dello studio”. Per non far sentire le urla, secondo l’accusa. “Per una questione di privacy”, ad avviso della difesa. È sempre di ottobre 2018 la decisione del primario Saverio Tateo di “bandire” una ginecologa dalla sala operatoria. “Vengono posti in essere comportamenti — scrive l’Ufficio disciplinare — tesi consapevolmente a ingenerare dubbi sulle capacità professionali” delle ginecologhe, “denigrandole anche in presenza di terzi”. “Minacciò di demansionarmi”, racconta un’altra dottoressa. L’Ufficio disciplinare parla di «ingiustificate limitazioni cliniche» e «sottrazione di competenze». Tateo avrebbe cambiato atteggiamento nei confronti dei colleghi soprattutto dopo l’arrivo della sua vice, Liliana Mereu. “Talvolta si accanisce su certe persone senza plausibili spiegazioni, altre volte crea favoritismi evidenti”, continua un’altra collega.
Nell’atto, in cui si raccontano alcuni episodi avvenuti tra il 2019 e il 2020 e si parla di “sistematici e reiterati comportamenti aggressivi, ostili e denigratori”, comportamenti di una gravità tale “da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro”, scrive ancora l’Ufficio disciplinare.
Il Comitato dei Garanti ha accuratamente letto il documento e ha dato il via libera al licenziamento dell’ex primario per giusta causa. Tateo ha sempre rerspinto tutte le accuse e il suo difensore, Vincenzo Ferrante, ha consegnato una lunga documentazione che smonta una alla volta tutte le accuse. Fin ora questo non è bastato ma ora ricorrerà al Tribunale del lavoro per “ripristinare la verità e confermare la correttezza dell’operato del dottor Tateo”. Intanto il dottore sta partecipando alle prove selettive per il ruolo di primario nell’ospedale di Cittadella.
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