Giuseppe Conte adesso ha paura. Lo schiaffo di Massa deve avergli fatto capire che una volta aizzato a mordere, il popolo del Vaffa non si governa. “L’aggressore che ha colpito Conte, il giorno dopo ha fatto una conferenza stampa”, si scandalizzano i deputati grillini. Proprio loro, gli istigatori della piazza, i cantori della rabbia popolare, si stracciano le vesti per la movenza scomposta di un contestatore. E Conte, che lo scorso settembre provocava Matteo Renzi pretendendo che il senatore rinunciasse alla scorta per andare nelle piazze siciliane, adesso incarica il suo fiduciario alla Camera, Riccardo Ricciardi, di fare dell’episodio di Massa il ground zero dell’agibilità politica. Inverosimile? L’Ansa alle 15,47 comunica: “Il M5S alla Camera ha chiesto una informativa al Parlamento”.

Al ministro dell’Interno? O a chi altro? Al capo della Polizia? Per una spallata – gravissimo episodio, esecrabile, ci mancherebbe – si chiede di fare quello che non succede per centinaia di episodi di ordine pubblico? Ricciardi lo spiega: “Il rischio di quello che è accaduto – argomenta – è quello di un effetto emulazione, visto che il giorno dopo l’aggressione l’autore stava a fare conferenze stampa. Questo rischio riguarda tutto il Paese. Il M5S dalla sua nascita ha avuto toni molto forti ed ha canalizzato una rabbia che c’era nel Paese in un gioco democratico, ma senza mai alcuna aggressione fisica”, conclude. La scorta del già Presidente del Consiglio sarà rafforzata? Il Viminale non conferma.

Ieri il leader del Movimento era comunque in tour e ha affrontato altre piazze – non facili da controllare – come quelle campane: Marcianise, Quarto, Scafati e Torre del Greco. Una cavalcata tra il casertano e la provincia di Napoli dove il M5S ha fatto del Reddito di cittadinanza il lievito del proprio consenso elettorale. Come reagirà adesso quell’elettorato, davanti alla prospettiva della annunciata cessazione dell’assegno? E più in generale, le frange estremiste sedotte e abbandonate dai portavoce del populismo di pancia come reagiranno ai bagni di folla di Conte, in futuro? “Il grillismo arrembante che ha soffiato su spinte antisistemiche ha partecipato alla formazione di un clima di opinione che ha trasformato l’avversario in nemico”, dice al Riformista Massimiliano Panarari, docente di sociologia politica all’Università Mercatorum.

“Indicando come moralmente indegno ogni soggetto che si è contrapposto al Movimento e alla sua macchina, il M5S ha creato spesso le premesse di un rischio costante: quello che qualche facinoroso traducesse le parole in gesti. E le parole sono pietre, alzare troppo i toni non va mai bene, perché facilmente poi i delusi ti tornano indietro”, conclude Panarari. Il corto circuito del populismo è sotto gli occhi di tutti. Come la parabola di Giuseppe Conte. il pronunciamento del tribunale di Napoli, dove Conte era stato assistito dall’avvocato Francesco Cardarelli, nominato pochi giorni fa nel consiglio di Presidenza della Corte dei Conti, le carte sono arrivate nella capitale.

La questione dell’illegittimità del vincolo di mandato pende davanti alla corte d’Appello di Roma. La corte Costituzionale già nel 2021 aveva ricordato che nessuna norma statutaria, prevista dal singolo partito, può avversare norme imperative quali il diritto di elettorato attivo e passivo. La nemesi del contismo: il giurista che finisce in giudizio, il tribuno che finisce in tribunale. Come succederà a Brescia, dove l’ex premier Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza saranno interrogati dai giudici del Tribunale di Brescia nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di Bergamo in cui sono accusati di omicidio colposo ed epidemia colposa per la gestione delle prime fasi della pandemia nella provincia più colpita dal virus in Italia.

A quanto riferisce l’AGI, Speranza, attraverso il suo legale Guido Calvi, presenterà una memoria mentre al momento il leader dei 5 Stelle, assistito da Caterina Malavenda, ha deciso di non presentare documenti difensivi. Poi la parola passerà al Tribunale dei Ministri.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.