Luciano Canfora non fa alcun passo indietro. Il filologo e storico, già al centro delle polemiche per la sua pozione sul conflitto in Ucraina, è tornato a far parlare dopo un intervento tenuto in giorni scorsi in un liceo barese in cui aveva definito Giorgia Meloni “neonazista nell’animo”, ragione per cui la leader di Fratelli d’Italia “si è subito schierata con i neonazisti ucraini”.

Parole di fuoco che hanno spinto la Meloni ad annunciare querela nei confronti di Canfora. Il professore però non ritira quanto detto al liceo scientifico ‘Enrico Fermi’ di Bari. “Ho detto che Meloni è neo-nazista nell’animo. Pensavo alla sua campagna, forte, per l’intervento di navi militari contro i barconi dei migranti. Il 20 febbraio 2020 il Papa attualmente regnante, Francesco, ebbe a dire che questa violenza razzistica contro i migranti gli faceva venire in mente il nazismo. Quindi possiamo querelare anche il Papa, che è stato molto più duro di me, parlando di nazismo. Io di neo-nazismo, che è diverso”, spiega Canfora intervistato da Repubblica.

Quanto alla guerra in corso in Ucraina, il giudizio di Canfora su quanto sta accadendo dal 24 febbraio scorso a Kiev non cambia rispetto a quanto già sottolineato in una intervista al Riformista. Per lo storico in Ucraina “ci sono due potenze in lotta, la Nato e la Russia, rispetto alle quali mi sento completamente estraneo, essendo da sempre schierato a sinistra”.

Canfora nega qualsiasi simpatia putiniana, definendo “sciocco dire che sono putiniano” e sottolineando come sia un suo “diritto cercare di andare in profondità, capire le cause remote” del conflitto.

Il filologo quindi difende la posizione ‘nénéista” dell’Anpi, l’associazione dei partigiani che non si è schierata con la Russia o con la Nato ma per la pace, una posizione “di buon senso”. Nel farlo Canfora ricorda come il conflitto sia iniziato in realtà nel 2015 nel Donbass anche in seguito “a quel fenomeno indiscutibile che è stata l’espansione ad Est della Nato: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Macedonia. Non male, vero? A fronte dell’impegno preso nel ‘90-91 di non espandersi”.

Quindi il focus passa a Vladimir Putin, un dittatore per i media occidentali, mentre per Canfora “per ora è il presidente della Federazione russa”. In base invece a un giudizio etico, per il filologo e storico “anche Garibaldi prese la dittatura a Napoli quando portò il Meridione all’unità d’Italia”. Per Canfora “è goffo il modo in cui ha voluto assicurare a sé stesso una continuità di potere, prima mettendoci una sorta di vicario, poi riprendendo la presidenza e stabilendo leggi che gli assicurino il governo non so fino a che secolo. Il presidente cinese Xi Jinping ha un’investitura vitalizia. Però viene chiamato presidente, non dittatore, forse viene trattato ora con più rispetto perché ci si augura di creare un dissidio tra Cina e Russia”.

Quindi i casi di Mariupol e Bucha, l’orrore dei civili uccisi che ha destato scandalo e indignazione nell’opinione pubblica. Qui Canfora fa un parallelo col bombardamento della Nato a Belgrado e chiede: “Portiamo la Nato al tribunale internazionale?”.

Redazione