Piove sul bagnato per l’ Istituto statale Giustino Fortunato di Napoli. Se infatti le disposizioni per il rientro a scuola in sicurezza stanno gettando nel caos un po’ tutte le scuole dello stivale, alle prese con carenze d’organico, aule sovraffollate, trasporti insufficienti e disposizioni ministeriali che cambiano di giorno in giorno, nell’Istituto professionale del Vomero le difficoltà sono raddoppiate. Sono già due anni, infatti, che gravi problemi strutturali causati da infiltrazioni d’acqua hanno reso inagibile la succursale di Soccavo, costringendo ad una doppia e talvolta tripla turnazione gli studenti di 17 classi, ospitati dal 2018 nella sede centrale, con disagi notevoli anche per le famiglie e per il personale.

Nonostante le cicliche e solerti sollecitazioni che la Dirigente Scolastica Fiorella Colombai ha rivolto alle istituzioni competenti, rilanciate a più riprese dai Media,  nulla si è mosso da allora. Lo stato emergenziale scaturito dalla pandemia non ha fatto che aggravare il carico delle problematiche logistiche, strutturali e organizzative che affliggono l’ istituto, che fin da luglio ha applicato con rigore i protocolli di sicurezza disposti di volta in volta dalle autorità competenti. Tra le prime scuole campane a dotarsi di termoscanner e dispenser di disinfettante, il Giustino Fortunato ha designato percorsi, orari e segnaletiche mirati al distanziamento e allo scaglionamento degli accessi, grazie al lavoro solerte di tutto il personale, e definendo un referente Covid nella persona della Professoressa Marialuisa Pagani. “Qui al Fortunato stiamo lavorando senza sosta da luglio, per far fronte all’emergenza”, sottolinea la vicepreside Anna Ghezzi, ricordando inoltre che gli istituti professionali, rispetto ad altri indirizzi, hanno precipue problematiche relative al distanziamento, difficilmente sostenibile durante le attività di laboratorio previste da questa tipologia di scuole, svolte spesso in sale-cucina o laboratori multimediali dove, per questa annualità sui generis, sarà possibile far accedere gli studenti solo in piccoli gruppi e su turnazioni, con mascherina obbligatoria.

Come immaginare dunque ulteriori scaglionamenti e protocolli di sicurezza in una scuola già costretta da gravi problemi strutturali alla tripla turnazione e all’orario ridotto? Con la succursale ancora in piedi, la platea di riferimento del Giustino Fortunato contemplava moltissimi studenti provenienti da Soccavo, Rione Traiano, Fuorigrotta, da due anni costretti a destreggiarsi anche  con le carenze di un trasporto pubblico che testardamente penalizza alcune zone periferiche della città. “Perdendo la succursale intere zone sono state private non solo di un edificio scolastico in più, che ospitava 17 classi, ma anche e soprattutto di un polo di riferimento culturale per il territorio, che simbolicamente legava quartieri così diversi per composizione sociale e servizi, in nome della cultura e dell’istruzione”, ricorda la professoressa Rossella Amendola.

Mentre le istituzioni fanno orecchie da mercante, le sorti dell’ istituto sono per ora affidate esclusivamente alle competenze, all’inventiva e alla buona volontà del personale, che ha inoltrato richieste per l’utilizzo di altre strutture, ivi compreso cinema, teatri e l’adiacente Stadio Collana, e che ha chiesto finanziamenti per un progetto volto alla realizzazione di tensostrutture nelle aree circostanti il plesso scolastico.