Con l’inizio di settembre ripartono anche le attività scolastiche come le prime riunioni tra docenti e i corsi di recupero. Il conto alla rovescia è iniziato per la riapertura a tutti gli studenti, la risoluzione dei problemi e l’adattamento alle nuove regole imposte dalla pandemia. Presto si saprà anche quante cattedre sono rimaste vuote e di quanti supplenti ci sarà bisogno quest’anno. Ma i sindacati stimano che saranno non meno di 250 mila. Come bisognerà comportarsi quando suonerà la campanella?

TRASPORTO E INGRESSO A SCUOLA – I bus per raggiungere la scuola saranno pieni all’80%. A bordo sarà necessario indossare la mascherina e le nuove regole sul distanziamento: un metro di distanza, ordine nella salita e discesa, separatori in plexiglass e disinfezione almeno una volta al giorno. Il restante 20% sarà colmato con l’intensificazione dei mezzi pubblici con 200milioni di euro promessi dal Governo ai Comuni per sopperire alla mancanza di posti. Gli ingressi a scuola saranno scaglionati (per evitare il caos da ora di punta) e una volta arrivati ai cancelli sarà evitata la calca di ingresso e uscita. Previsti anche incentivi per la mobilità su due ruote e mezzi privati in convenzione per il trasporto studenti.

MASCHERINE – Le mascherine saranno obbligatorie per i ragazzi da 6 anni in su solo per gli spostamenti dentro la scuola, l’ingresso e l’uscita. In classe non c’è l’obbligo ma solo se gli alunni sono seduti distanziati in banchi singoli a un metro gli uni dagli altri. Gli studenti possono indossare mascherine di stoffa, ma gli insegnanti devono usare quelle chirurgiche. Se aumenteranno i contagi si inaspriranno regole e controlli nelle zone a rischio.

IN CASO DI CONTAGIO – La riapertura e chiusura è questione molto delicata che viaggia su un filo sottilissimo di rischio. Nel caso si trovi un positivo tra gli studenti o personale scolastico sarà la Asl ad attivare i protocolli di sicurezza, avviare il tracciamento dei contatti e stabilire la quarantena per l’intera classe. Ma spetta al preside ratificare la decisione.

BANCHI MONOPOSTO – Gli studenti dovranno rinunciare all’abitudine a dividere i libri da portare perché i banchi saranno monoposto e distanziati da un metro gli uni dagli altri, con le rotelle – come quelli presentati dal ministro Azzolina – o senza. Ma i ritardi nella consegna dei nuovi banchi sono enormi.

DOCENTI “FRAGILI” – Docenti o operatori che soffrono di patologie che li espongono a rischi gravi potranno essere esonerati dal presentarsi in classe. Ma il Ministero ha chiesto una stretta su chi potrà richiederlo: avere più di 55 anni non può essere motivo di esonero, occorre dimostrare di essere affetti da “patologia con scarso compenso clinico”, certificato dall’Inail. Tra le malattie giudicate “rischiose” ci sono alcune tipologie cronico degenerative, come per esempio le patologie cardiovascolari, respiratorie e dismetaboliche o patologie a carico del sistema immunitario o quelle oncologiche (indipendentemente dall’età). In ogni caso prima di accordare l’esonero va valutata la possibilità di impiegare il docente in una mansione meno rischiosa: smart working, progetti scolastici e non quelli in aula, insegnamento per piccoli gruppi di studenti. Non è chiaro ancora però cosa succederà agli esonerati: è probabile una diminuzione dello stipendio secondo i criteri della “malattia”. C’è chi invece potrà avvalersi della legge 104, invocando la necessità di accudire un familiare fragile. Chi dovesse abusarne rischia il licenziamento e la denuncia.

DIDATTICA A DISTANZA – Prevenire è però meglio che curare. Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha invitato tutti i docenti a tenersi pronti all’eventualità della didattica anche online, non solo in caso di quarantena, ma anche per integrare la didattica nel momento in cui dovesse servire in caso di turni a scuola.

TEST SIEROLOGICO E TAMPONI – Tamponi e test sierologici restano a discrezione dei docenti e del personale scolastico. È vivamente consigliato, ma non obbligatorio.

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