“L’impegno che ci eravamo presi era quello di ripartire con tutti i docenti al loro posto e sono contento di dire che questo impegno sarà realizzato per la prima volta nella storia della Repubblica. Un lavoro titanico”. Sono queste le parole del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, impegnato questa mattina nell’audizione davanti alla commissione Cultura della Camera.
Un confronto che arriva a pochi giorni dal ritorno in classe degli studenti nelle scuole di tutta Italia, mentre il Paese deve ancora fare i conti con l’epidemia di Coronavirus e con le tensioni da parte dei no Green Pass, i cittadini contrari al certificato che attesta l’avvenuta vaccinazione, necessaria tra le altre cose anche per lavorare proprio in ambito scolastico.
“Abbiamo fatto uno sforzo straordinario per riportare la scuola al centro – ha spiegato Bianchi –. In primavera facemmo la scelta di tenere i più piccoli in classe e di fare gli esami di terza media e della maturità in presenza. Durante l’estate abbiamo tenute le scuole aperte. Siamo arrivati a questo settembre con una grande attenzione da parte di tutti, inoltre abbiamo investito massicciamente”.
LE ASSUNZIONI – Bianchi ha riferito che ad oggi risultano completate: 58.735 assunzioni in ruolo, di cui 14.194 sul sostegno e 113.544 incarichi annuali già assegnati, 59.813 dei quali sul sostegno su cui “adesso siamo in grado di dare risposte alle famiglie”, ha commentato.
Quindi il ministro dell’Istruzione ha rammentato che “lo scorso anno le assunzioni erano state 19.995 in totale di cui 1778 sul sostegno”. “Ricordo che l’anno scorso si giunse a fare le assunzioni in ruolo a novembre – ha rimarcato – Il risultato che ho portato è collettivo, di tutti, in uno sforzo straordinario di riporre la scuola al centro”.
VACCINO E PRIVACY – Quanto alla campagna di vaccinazione in ambito scolastico, Bianchi ha sottolineato che la scuola “ha reagito più di ogni altro settore all’invito a vaccinarsi. Siamo oltre il 92%” e ha garantito privacy sul green pass. “Dal 13 settembre sul computer del preside, e solo su quello, ci sarà la lista con il bollino rosso o verde, così si evitano le file e l’umiliante idea del ‘chi si e chi no’. È un buon metodo”. “Porremmo sempre il rispetto della privacy e dei diritti prima di tutto pero questo va coordinato con il dovere alla sicurezza”, ha spiegato il ministro.
CLASSI POLLAIO E RIFORME – Bianchi nel corso dell’audizione ha toccato anche il tema delle cosiddette ‘classi pollaio’, un problema già grave prima della pandemia, ma che col Coronavirus ha assunto dimensioni enormi. Per il ministro “serve la riforma del dimensionamento degli istituti, è un tema che riguarda la numerosità: le classi pollaio sono 2,9% del totale, concentrato negli istituti tecnici professionali delle grandi periferie urbane. E’ lì che dobbiamo agire e stiamo agendo, con azioni mirate, basta interventi a pioggia”.
Ma il ministro dell’Istruzione ha annunciato anche una serie di riforme che dovranno cambiare il volto della scuola: “La prima cosa da fare è la riforma degli Its, segue poi la riforma della filiera professionale e tecnica: con i ministri Orlando e Speranza stiamo ragionando su percorsi di inserimento lavorativo nella piena tutela dei ragazzi ma anche degli imprenditori. La terza azione da fare è l’orientamento che deve essere un accompagnamento dei ragazzi alle scelte della loro vita. Serve poi la riforma del reclutamento e la formazione continua di tutto il personale, ovvero la formazione dei docenti e del personale, compresi i dirigenti: la scuola è una organizzazione complessa. Bisogna andare ad un nuovo contratto di tutto il personale, è scaduto, bisogna dargli più valore, anche per un problema di rispetto sociale dei docenti che negli anni si è offuscato”.
Quindi la settima riforma, quella della didattica: “Io non sono convinto che l’unità classe sia l’unico modo per insegnare, bisogna trovare modalità riferite alle effettive competenze dei ragazzi e che riguardino la socializzazione; nell’autonomia scolastica, spingeremo perché le sperimentazioni diventino patrimonio generale di tutti”. “Nei prossimi mesi avremo un immane compito: l’opportunità di poter fare della scuola il centro pulsante del paese. Questo ci impegna tutti. Insieme dovremo condividere il cammino che non possiamo sottovalutare ne disperdere”, ha concluso il ministro.
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