Non potendo portare alla sbarra i propri predecessori, sia i giudici che hanno condannato Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi, che i pm e i gip che non hanno ritenuto di aprire un’indagine su Andrea Sempio per lo stesso delitto, la Procura di Pavia si eserciterà oggi in un singolare interrogatorio a triangolo. Fischio d’inizio alle ore 14 in punto.

Il triplo salto mortale a 18 anni dall’assassinio

Quando il procuratore capo Fabio Napoleone, l’aggiunto Stefano Civardi e le pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza si misureranno con il triplo salto mortale per mettere a confronto le diverse verità del processo infinito di Garlasco, a diciotto anni dall’assassinio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007. Alberto Stasi, già condannato per omicidio a 16 anni di carcere e ora in semilibertà, sarà sentito come teste assistito dal suo legale. Non perché, si suppone, abbia molto da dire nell’ambito di questa inchiesta che vede come unico indagato, ma in concorso con altri, Andrea Sempio, che all’epoca, come ambedue dicono in modo concorde, neppure conosceva. Ma soprattutto perché, per lui che continua a dichiararsi innocente, qualunque spiraglio alternativo sarebbe una boccata d’ossigeno. Non va dimenticato che, se pure il fidanzato di Chiara sia stato condannato dopo due assoluzioni in primo e secondo grado, qualunque tentativo di revisione è fallito in Cassazione come per due volte alla Cedu.

Andrea Sempio e casa Poggi

C’è poi la verità di Andrea Sempio, che sarà interrogato in veste di indagato nello stesso luogo e alla stessa ora. È uno degli ex liceali che a quei tempi frequentavano casa Poggi in quanto amici di Marco, il fratello minore di Chiara, spesso utilizzando l’unico computer di famiglia che stava proprio nella stanza della ragazza. Particolare di grande rilievo, perché la prova del dna può dare un risultato di compatibilità tra due soggetti anche a causa di contatto indiretto. E sarà oggetto di confronto e scontro tra genetisti. È utile rammentare che le attenzioni dei difensori di Stasi nei confronti di Sempio partono da lontano, fin dal 2016, quando gli avvocati trasformati in detective riuscirono a catturare una tazzina in cui il ragazzo aveva bevuto il caffè. L’oggetto era stato consegnato alla procura di Pavia, allora diretta dall’aggiunto con facente funzioni Mario Venditti, il quale aveva ritenuto di archiviare sulla base della perizia con cui, durante il processo d’appello-bis, il genetista Francesco De Stefano aveva considerato come illeggibile e degradato il materiale reperito sulle unghie di Chiara Poggi.

La nuova inchiesta e le testimonianze dopo 18 anni

Un successivo tentativo, con una nuova consulenza di parte del genetista tedesco Luz Roever, subiva un doppio rigetto da parte del giudice delle indagini preliminari il 28 febbraio e il 9 maggio del 2024. Sarà però la Cassazione a riaprire il caso e poi il nuovo procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, a crederci. Da quel giorno a Pavia la procura sta mettendo in atto, con una grande potenza di fuoco, indagini e maxi-blitz un po’ con lo stile delle inchieste antimafia. Prima Andrea Sempio viene sottoposto al tampone salivare coatto e si fa subito sapere che il suo dna è “compatibile” con quello, proprio quello, che fu dichiarato in sentenza come “illeggibile” e “degradato”. Poi, e siamo arrivati allo scorso 14 maggio, un vero D-day. L’indagato perquisito, con forte pressione psicologica, per dieci ore. Lo stesso nei confronti dei suoi genitori e di due amici, Roberto Freddi e Mattia Capra. E nella stessa giornata si resuscitano i morti, come quello che, in presenza di un altro in seguito deceduto ma anche di un vivo che a distanza di 18 anni l’ha raccontato alla trasmissione “Le Iene”, avrebbe visto, il giorno del delitto, una cuginetta di Chiara, Stefania Cappa, gettare un oggetto pesante in un canale.

L’ennesimo buco nell’acqua?

Che viene quindi dragato, e si porta alla luce qualche pezzo di ferro che può somigliare alla testa di un martello. Arma del delitto? Poi, e siamo al 16 maggio, c’è l’incidente probatorio in cui il gip decide che sarà esaminato il 17 giugno, con novanta giorni di tempo per il responso, il dna di tutti quanti i protagonisti e ci si ritroverà il 24 ottobre. E arriviamo ai tre interrogatori di oggi. Il terzo è Marco Poggi, che ormai vive a Mestre a sarà sentito a Venezia. Ultima considerazione. In genere, quando il pm interroga l’indagato, se non decide di archiviare, ne chiede il rinvio a giudizio. Quindi la procura vuol mandare a processo Andrea Sempio prima di avere il responso sul dna? Quali sono dunque le prove? E chi sono i suoi complici, visto che è indagato in concorso? E se fosse l’ennesimo buco nell’acqua?

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Politica e giornalista italiana è stata deputato della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII legislatura.