La sua vicenda giudiziaria aveva fatto gridare allo scandalo, unendo eccezionalmente centrodestra e centrosinistra, con l’Anci, l’Associazione nazionale dei sindaci, che aveva ricordato come ormai il ruolo del primo cittadino fosse esposto a rischi di avvisi di garanzia per questioni ‘minime’.

Oggi per Stefania Bonaldi, sindaco di Crema indagata per lesioni colpose in relazione al ferimento di un bambino che in un asilo comunale aveva avuto un dito schiacciato in una porta tagliafuoco, la Procura di crema ha chiesto l’archiviazione delle accuse, con la parola finale che spetta ovviamente al gip.

Per i pm Vittina Pinto e Davide Rocco l’incidente avvenuto al bambino nell’asilo nido di Via Dante il 16 ottobre del 2020 “pare essere concretizzazione di un rischio del tutto anomalo e, per qualche verso, non facilmente prevedibile”.

Nella richiesta di archiviazione i due pubblici ministeri della Procura di Crema scrivono inoltre che “la posizione di garanzia in capo al sindaco non pare potersi estendere sino alla protezione dei bambini affidati all’asilo… peraltro gestito in autonomia” da una cooperativa “unicamente in forza della sola circostanza che il Comune di Crema fosse locatario dell’immobile“.

Non solo. Il primo cittadino Stefania Bonaldi “non era a conoscenza, né tantomeno era tenuta a esserlo, né della concreta organizzazione degli spazi a seguito della suddivisione in “bolle” (causa emergenza Covid-19) né della presenza di una porta frangi fuoco nel locale utilizzato per l’esercizio delle attività educative

IL COMMENTO DEL SINDACO – Ovviamente “soddisfatta” dopo la richiesta di archiviazione formulata dai pm la sindaca di Crema. “Avevo già detto che dormivo sonni molto tranquilli, ero molto consapevole del perimetro delle mie responsabilità e anche dell’operato dei nostri servizi, e infatti la richiesta, per quanto ho indirettamente appurato, investe anche altre parti, gli uffici e pure le educatrici e il loro datore di lavoro, la cooperativa che gestisce il nido”, ha commentato il primo cittadino di Crema sui social.

Ma quello che più conte per Bonaldi ora è che dopo il forte dibattito che si aprì all’epoca dei fatti, ora si vada avanti “con un provvedimento del legislatore, che ancora è più che mai necessario. Non può certo essere risolto dall’amministrazione della giustizia e dai singoli tribunali”. Serve, secondo il sindaco di Crema, “l’impegno da parte delle forze politiche tutte, che in modo trasversale si sono esposte, a portare a termine il disegno di legge riguardante la responsabilità penale e amministrativo-contabile dei sindaci e le loro tutele”.

Bonaldi infatti non manca di sottolineare che “se un sindaco viene considerato responsabile di tutto quanto avviene nel perimetro del suo Comune, ancorché “imponderabile”, il risultato è la paralisi amministrativa, oltre che la concreta difficoltà a trovare poi persone che si candidino”.

ESULTA L’ANCI – Richiesta di archiviazione salutata “con piacere” dal presidente dell’Anci Antonio Decaro. “Per noi tutti – spiega il sindaco di Bari – il suo caso era diventato esemplare degli abnormi rischi giudiziari ai quali i sindaci vanno incontro nello svolgimento delle loro funzioni ordinarie”.

Responsabilità, quelle di Stefania Bonaldi, che secondo Decaro erano “impossibili da addebitare a un sindaco eppure ci sono molti casi analoghi nel nostro Paese. Situazioni che nella maggior parte dei casi finiscono con la richiesta di archiviazione o l’assoluzione.  Di mezzo, però, ci sono i sindaci e l’impossibilità di svolgere il loro lavoro serenamente. Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione che la battaglia che stiamo conducendo come Anci, per le modifiche di legge necessarie a restituire agli amministratori locali una piena dignità e la possibilità amministrare le proprie comunità, è quanto mai attuale e urgente“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia