Enrico Costa è vicepresidente di Azione, per la quale si occupa di giustizia, ed è presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera. Nei governi Renzi e Gentiloni era ministro per gli Affari regionali e si era occupato di quell’abuso del diritto che è diventato l’abuso d’ufficio.

Questo governo sembra intenzionato a cambiarlo davvero.
E sarebbe ora. Perché con la paura della firma, la pioggia di abusi d’ufficio per gli amministratori locali e la Severino che colpisce e affonda chi viene indagato, di fatto la Pubblica amministrazione ha le mani legate. E quando qualche anno fa proposi di depenalizzare questa fattispecie, venne da me un giurista che mi disse: l’abuso d’ufficio non si può aggiustare, va cancellato e basta”.

Si abbatte, non si cambia. Chi era quel giurista?
Carlo Nordio. Mi ricordo quella conversazione del 2016: ‘Il reato di abuso d’ufficio non è riformabile, va eliminato perché è un mostro giuridico’. Aveva ragione, e glielo voglio ricordare adesso che è nella condizione di farlo.

Il ministro della giustizia è un ponte tra centrodestra e Terzo polo. E sulla manovra, porterete le vostre idee a Giorgia Meloni. È un soccorso?
Nordio è un galantuomo, ha idee che sposo da sempre al 100%. Al governo, che deve tirare l’Italia fuori dalle secche, vogliamo dire che secondo noi sono praticabili alcune strade. Abbiamo preparato una manovra-ombra, una controproposta di legge di bilancio. Non per aiutare Meloni. Per aiutare l’Italia, semmai. Vogliamo provare a fare opposizione costruttiva.

Azione e Italia Viva, insieme. Vi unirete?
Azione ha approvato sabato scorso il mandato per attuare la federazione con Italia Viva e altri soggetti che ne condividono i valori. È il primo passo per arrivare ad un partito unitario che metta insieme riformisti e liberali in una struttura diversa dalle coalizioni forzate. Partiamo con l’8% ma presto vedrete che diventeremo il primo partito.

Quando il centrodestra di governo avrà deluso. Da lì verranno nuovi consensi?
Non stiamo a indovinare da dove verranno. Verranno. Perché sempre più cittadini stanchi della vecchia politica si avvicinano a noi. Qualcuno da destra, altri da sinistra. E tutti quelli che non votavano più. Le indecisioni del Pd sono parte della nostra forza, perché noi abbiamo le idee chiarissime su tutto. Loro sono indecisi e spaccati su tutto.

Lei si è battuto molto sulla presunzione di innocenza. Forse andrebbe usata anche in politica, per Aboubakar Soumahoro.
Un caso imbarazzante e rivelatorio. Il suo partito l’ha usato come testimonial per superare la soglia del 3%, ora, appena aleggia qualche ombra giudiziaria l’hanno scaricato. I processi vanno fatti nelle aule di giustizia, non sui giornali. Io penso che Soumahoro possa avere tutte le responsabilità di questo mondo ma non possano essere sentenze dei giornali, e oggi ancor più quelle dei social network, a decidere.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.