A Pedro Sanchez la possibilità di formare un nuovo governo. In Spagna, infatti, il re Felipe VI ha affidato al leader socialista e premier uscente il compito di guidare un nuovo esecutivo. A riferirlo è stata la presidente del Congresso Francina Armengol, dopo il colloquio con il monarca. La decisione del re è avvenuta dopo un giro di consultazioni tra le diverse forze politiche e soprattutto dopo il tentativo fallito di Alberto Núñez Feijóo.

Proprio il leader del Partito popolare spagnolo ha avvertito dell'”insicurezza” che regnerà in Spagna nelle prossime settimane a causa dei “negoziati oscuri, della teatralità e delle molte bugie” dietro alla possibilità di un nuovo governo Sanchez. Per Feijóo, “Sanchez è un attore non protagonista in un’opera teatrale diretta da Carles Puigdemont“, il vecchio leader indipendentista catalano. Se anche Sanchez dovesse fallire, con la scadenza delle tempistiche fissate al 27 novembre, potrebbero esserci nuove elezioni nei prossimi mesi. Di fatto, il leader socialista dovrà interloquire soprattutto con i catalani per ottenere il loro appoggio. E gli indipendentisti hanno già svelato le proprie carte: la loro richiesta è una amnistia.

Il 23 luglio alle elezioni il Partito Socialista Operaio Spagnolo di Sanchez ha ottenuto meno seggi rispetto ai conservatori di Alberto Nunez Feijoo. Il leader popolare nelle due richieste di fiducia in Parlamento nella settimana scorsa aveva ottenuto solo 172 e 173 voti, a fronte della soglia di 176 necessaria.

Le dichiarazioni di Sanchez

“Sono onorato e molto consapevole dell’enorme responsabilità che ho davanti all’intera società spagnola”, ha spiegato Sanchez. L’obiettivo è chiaro: “Una maggioranza per avere l’incarico, una maggioranza di legislatura che dia stabilità alla Spagna”. Per farlo, il premier uscente ha ribadito di voler lavorare “per formare al più presto un governo di coalizione progressista, con i socialisti e Sumar“. Sanchez ha definito il suo progetto “chiaro, ambizioso e impegnato per la classe media”.

Poi, nel suo discorso dopo aver ricevuto l’incarico dal re, ha cercato subito la sponda degli indipendentisti, sottolineando come in Catalogna è avvenuta “una delle peggiori crisi istituzionali” della storia del Paese, ma che con il suo governo ci sono stati “passi decisivi per la coesistenza, ora la Spagna è molto più unita di quanto fosse nel 2018“. “È il tempo della politica e della generosità” ha detto Sanchez.