E’ di centinaia tra morti e feriti il bilancio di due esplosioni avvenute nella città di Kerman, nell’Iran meridionale, sulla strada che porta al cimitero dove è sepolto il generale Qassem Soleimani, ucciso quattro anni fa in un raid americano con un drone. Secondo quanto riferisce la Tv di Stato iraniana, un funzionario della sicurezza provinciale afferma che non è ancora chiaro se si sia trattato di un attacco terroristico o dell’esplosione di una bombola di gas (come citano rapporti non confermati). Le esplosioni sono avvenute mentre era in corso una cerimonia in ricordo di Soleimani, ucciso il 3 gennaio 2020 all’aeroporto internazionale di Baghdad, in Iraq. Sarebbero oltre 100 le persone uccise e circa 150 quelle ferite. Ma il bilancio è destinato, drammaticamente, ad aumentare.

Una evento-chiave che accenda ancora di più la tensione in Medio Oriente, a poche ore di distanza dall’uccisione, da parte di Israele, di uno dei vertici di Hamas, il vice  capo dell’ufficio politico Saleh al-Arouri, vicinissimo anche all’Iran. Al momento non c’è stata alcuna rivendicazione.

Esplosioni al cimitero dove c’è tomba Soleimani: “E’ terrorismo”

Per il vice governatore della provincia di Kerman si è trattato di un “attacco terroristico”. Alla tv di Stato iraniana ha spiegato che migliaia di persone si stavano dirigendo verso il cimitero per commemorare il quarto anniversario della morte del capo della Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Tasnim, una delle esplosioni è avvenuta nei pressi della moschea Sahib al-Zaman. Le forze di sicurezza hanno rafforzato la loro presenza nell’area, dove sono state inviate numerose ambulanze per evacuare i feriti che stavano commemorando l’anniversario della morte di Soleimani. L’agenzia Irna spiega che la prima esplosione è avvenuta a 700 metri dal mausoleo che ospita la tomba di Soleimani, mentre la seconda esplosione è avvenuta a un chilometro di distanza dal mausoleo, fuori dal percorso dei pellegrini. Il capo del dipartimento per le Emergenze mediche di Kerman ha spiegato che le due esplosioni sarebbero state provocate da due cariche esplosive collocate in punti diversi del percorso verso il luogo della sepoltura.

Iran: “Terroristi mercenari Usa e suoi alleati saranno puniti”

L’agenzia Ansa riporta le parole del capo della magistratura iraniana Gholamhossein Ejei. “I terroristi dietro l’esplosione nel cimitero di Kerman sono mercenari di potenze arroganti (termine che l’Iran usa per gli Stati Uniti e i suoi alleati) e saranno certamente puniti” ha detto Ejei citato dall’agenzia locale Irna. “Dopo aver fallito nel mettere in sicurezza il Paese attraverso diversi complotti, i terroristi hanno tentato di vendicarsi del popolo iraniano. Provano un profondo odio verso il movimento di Resistenza e il generale Soleimani”, ha aggiunto il capo della magistratura iraniana. “Questi terroristi brutali e dal cuore malvagio e i loro governanti assassini dovrebbero sapere che anche a causa di queste mosse maligne l’Iran non smetterà mai di sostenere le sue sacre cause”, ha sottolineato Ejei, ordinando alle forze di sicurezza, di intelligence e di polizia di indagare immediatamente e con precisione sulla questione e arrestare gli autori dell’incidente.

Iran dopo esplosioni tomba Soleimani: “Risposta sarà schiacciante e rapida”

La risposta dell’IRAN a quest’ “atto terroristico” sarà “potente e schiacciante” e sarà portata “nel più breve tempo possibile”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno di Teheran, Ahmed Vahidi, dopo le due esplosioni che hanno fatto registrare oltre cento morti e altrettanti feriti. “La situazione a Kerman è normale e sotto il controllo delle forze dell’ordine”, ha precisato Vahidi in diretta tv, secondo quanto riporta l’agenzia Irna. Il ministro ha precisato che la prima esplosione è avvenuta intorno alle 15 ora locale (le 12.30 in Italia), ma è stata la seconda, 20 minuti più tardi, a causare il maggior numero di vittime dal momento che ha colpito i soccorritori.

Attacco cimitero, deputato iraniano: “C’è anche Israele dietro”

Per il deputato iraniano Hossein Jalali “Israele è sicuramente uno dei responsabili” delle due esplosioni al cimitero di Kerman, nell’Iran centrale, che hanno provocato la morte di almeno 103 persone, durante la commemorazione di Qassem Soleimani, nel giorno del quarto anniversario dell’uccisione del comandante delle forze Qods delle Guardie della rivoluzione, da parte degli Usa in Iraq. Lo riporta Iran International.

Chi era Soleimani, il generale ucciso dagli Usa con un drone

Qassem Soleimani è stato ucciso nel gennaio 2020, all’età di 62 anni, durante un attacco di droni americani in Iraq. Figura chiave del regime iraniano, è stato anche uno dei personaggi pubblici più popolari del Paese. Considerato l’architetto delle operazioni militari iraniane in Medio Oriente. Soleimani dopo aver prestato servizio nella guerra Iran-Iraq del 1980-1988 salì rapidamente di grado, diventando infine capo della Forza Quds delle Guardie Rivoluzionarie, responsabile delle operazioni esterne della Repubblica Islamica. Il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, dichiarò tre giorni di lutto nazionale al momento della sua morte.

Erdogan: “Attacco atroce in Iran”

“Siamo profondamente rattristati per l’atroce attacco terroristico che è stato messo in atto nella provincia di Kerman in Iran” ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan su X, esprimendo cordoglio per le vittime delle esplosioni che hanno colpito il cimitero di Kerman, mentre era in corso una commemorazione di Qassem Soleimani.

Ali Khamenei che ha fatto oggi un breve accenno al generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds dei Guardiani della rivoluzione islamica iraniana, ucciso quattro anni fa, il 3 gennaio 2020, presso l’aeroporto della capitale Baghdad da un drone statunitense. Durante un discorso in occasione dell’anniversario della nascita di Hazrat Fatima Zahra (la figlia del profeta Muhammad), Khamenei ha affermato che il popolo della Striscia di Gaza “si sta opponendo agli Stati Uniti e all’arroganza e alla tirannia globale”, sottolineando la necessità della “jihad della chiarificazione” per neutralizzare gli obiettivi dei nemici. L’ayatollah ha descritto il fondatore della Repubblica islamica dell’Iran, Ruhollah Khomeini, come “il più grande interprete della jihad della chiarificazione nell’era contemporanea”, sottolineando che Khomeini “è riuscito a rovesciare la corrotta dinastia Pahlavi e a stabilire un governo democratico religioso attraverso la jihad”.

In aggiornamento

Redazione

Autore