L’esplosione dello Streptococco è arrivata tra i bambini in età pre-scolare, tra i 3 i 6 anni, dove secondo le ultime rilevazioni, effettuate da uno studio condotto dall’Università Cattolica – IRCSS Fondazione Policlinico Gemelli e pubblicato su Lancet Microbe nel 2023 è risultato positivo al microrganismo il 13-16% di tutti i campioni esaminati. Si tratta di un nuovo allarme per una malattia che mai negli scorsi anni era circolata così tanto. Ad essere riscontrato in particolare modo è stato l’immunotipo M1, quello considerato più grave e virulento.

Che cos’è lo Streptococco e come si diffonde

Col termine Streptococco si indica una tipologia di batteri gram-positivi di forma sferica, facenti parte della famiglia Streptococcaceae. Tra le sue varianti più diffuse, lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A (Streptococcus pyogenes), responsabile di molte infezioni della gola. Mentre alcune specie sono innocue e normalmente vivo già all’interno del nostro corsoio, altre possono causare gravi malattie. La sua causa di diffusione è il contatto diretto con le secrezioni respiratorie di una persona infetta, come tosse o starnuti ma può anche diffondersi attraverso il contatto con oggetti contaminati.

I sintomi e l’incubazione

I sintomi si manifestano di solito sette giorni dopo il conteggio, accertato con un tampone faringeo. Oltre ad un malessere generale e la febbre superiore a 38°C è frequente la faringite, un ingrossamento dei linfonodi del collo, mal di testa ed anche dolori addominali. In alcuni casi l’infezione da streptococco può essere asintomatica, risultando di fatto non infettiva. Nelle persone anziane possono comparire sintomi simili al raffreddore, che raramente evolvono in tonsillite, polmonite e meningite. Nei casi più gravi si arriva all’insufficienza e necrosi degli organi. “È una malattia che conosciamo bene – ricorda il professore Maurizio Sanguinetti, ordinario di Microbiologia all’Università Cattolica, direttore del Dipartimento Scienze di Laboratorio e infettivologiche, direttore della UOC Microbiologia, Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS -, negli anni abbiamo osservato una riduzione di infezioni da Streptococco. Le motivazioni sono da rintracciare anche nella Pandemia e nelle conseguenti diffusione delle misure di protezione, come le mascherine. Nel 2023 – in occasione della loro rimozione – l’incidenza ha raggiunto rapidamente i periodi pre-pandemici, con il 13-16% dei campioni esaminati positivi” . È bene ricordare come al momento non esista un vaccino specifico contro lo Streptococco.

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