La riforma Bonafede, bandierina del programma del M5S, viene protetta dallo scudo del Pd. La Pdl a firma Costa, che bloccava la ghigliottina sulle garanzie della prescrizione, è stata bocciata per un solo voto ieri in commissione Giustizia alla Camera, come Il Riformista aveva anticipato. Italia Viva ha votato a favore del provvedimento garantista come pure Forza Italia, FdI e Lega. E come avevamo ipotizzato, la presidente della commissione, Businarolo, ha preso parte alle votazioni rompendo una consolidata prassi parlamentare, pur di portare a casa un risultato di bandiera. I rappresentanti Dem hanno dato corso agli accordi sottoscritti con Di Maio, rinunciando così all’opportunità di ridiscuterne i termini e di individuare un controbilanciamento all’eterna durata del processo. La levata di scudi delle opposizioni è notevole, ma è soprattutto la reazione di Italia Viva, mai così ruvida contro il Pd, a farsi notare.

Matteo Renzi va a Porta a Porta, come nei momenti topici, e la mette giù dura sulla riforma («un obbrobrio») e rimane sornione sul suo ex partito: «Il Pd ha detto che alla fine si sfilerà». E a Vespa che gli chiede se è disposto a far cadere il governo pur di difendere lo Stato di diritto: «In un Paese normale si salva sempre lo stato di diritto. Ma non credo che si sarà costretti a scegliere tra queste due cose». L’avvertimento ai compagni di strada è forte e chiaro, si tenti il tutto per tutto per scongiurare la crisi, trovando il modo di reinserire una garanzia sulla ragionevole durata dei processi. Lo scontro però è aperto, e i suoi usano la clava.

«Il Pd sceglie un processo senza fine», tuona Ettore Rosato, coordinatore del partito. «Peccato che solo alcuni mesi fa si erano espressi contro la riforma della prescrizione, esattamente come noi. Per Italia Viva la coerenza e il rispetto in tema di principi e valori costituzionali sono imprescindibili». E il deputato romano Luciano Nobili: «Incredibile ma vero, sulla prescrizione tra il ritorno alla riforma Orlando e il mantenimento della barbarie che condanna tutti a processi senza fine, firmata Bonafede, il Pd sceglie la seconda». Aggiungendo: «Capisco che il precorso di fusione col M5s è avviato ma non pensavo fossero già arrivati a questo punto». L’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, tirato in causa non si tira indietro. E ostenta ottimismo.

«Noi siamo convinti che la norma sulla prescrizione Bonafede-Bongiorno può essere rivista con un buon punto di equilibrio tra pretesa punitiva dello Stato e diritto dell’imputato a un processo con tempi certi. Abbiamo scelto questa strada perché riteniamo che sia un obbiettivo realistico, nei giorni scorsi si sono fatti passi nella giusta direzione. Abbiamo scelto così – prosegue Orlando – per non dare alibi immeritati alla Lega che prima ha fatto questo guaio e oggi ci spara contro». E invoca “pazienza, misura e serietà”. Pazienza che Forza Italia non ha più: oggi alle 16 è stata indetta una prima manifestazione di protesta a Montecitorio dal titolo “Senza fine – L’omicidio della ragionevole durata del processo”, con Enrico Costa, Francesco Paolo Sisto e Gian Domenico Caiazza, presidente Unione Camere penali italiane.

Emma Bonino, PiùEuropa, prova a tracciare una exit strategy. «Tra pochi giorni sul tema dovrà pronunciarsi l’Aula e sempre tra pochi giorni, in commissione Affari costituzionali, sarà discusso e votato il nostro emendamento al decreto mille-proroghe, che rinvia l’applicazione della norma Bonafede congelandone gli effetti». La difesa d’ufficio del Pd viene affidata a Walter Verini. «Siamo andati a rimorchio della coerenza e del fatto che per la prima volta c’e’ l’occasione in questo Parlamento di discutere e di arrivare a tempi certi dei processi. Noi non voteremo mai con Salvini».

Lo scontro non si limita alla giustizia e in serata Renzi affonda: «Il nuovo Pd si sta spostando su una linea di maggiore contiguità con i grillini. Una grande alleanza da D’Alema a Toninelli? Mi sento male solo a pensarci». L’evocazione di D’Alema sposta l’attenzione sulla Puglia, dove Italia Viva sta individuando una candidatura da opporre a quella del Pd, Michele Emiliano. Si ha la sensazione che il processo al governo Conte bis non avrà, almeno lui, lunga durata.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.