Succede tutto all’improvviso, o forse no. Ieri il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia, ha sospeso dalle funzioni di direttrice del carcere di Taranto, Stefania Baldassarri. Il provvedimento è stato adottato – a quanto si apprende da fonti dell’amministrazione – sulla scorta di un’informativa della Dda di Lecce, secondo la quale la direttrice sarebbe coinvolta in condotte irregolari nell’interesse di un detenuto, presente nello stesso istituto penitenziario, indagato per il reato di 416 bis, l’associazione a delinquere di tipo mafioso.

La direttrice Stefania Baldassarri cade dalle nuvole, come pure chi la conosce più da vicino. Baldassarri dirige da anni una delle strutture detentive più affollate e difficili, con un modello di gestione che coinvolge i detenuti in programmi di rieducazione civica. Ma ieri come un fulmine a ciel sereno da via Arenula le comunicano la sospensione per “Condotte irregolari”.

Cosa sarebbe successo? È stata intercettata una conversazione in un bar cittadino. Lei entra per un caffè. I ragazzi che lavorano lì le chiedono se fosse il direttore del carcere. È lei stessa a raccontarlo: «Ho risposto di sì, mi è stato chiesto come stavano i detenuti Romano, Buscicchio e Cicala; ho detto che stavano come possono stare i detenuti in custodia cautelare. Mi è stato chiesto cosa facessero tutto il giorno, ho detto quello che solitamente fanno in genere tutti i detenuti». «Mi è stato chiesto – ha aggiunto Baldassarri – se potevo portare loro i saluti, ho detto che purtroppo in direttore si occupa di altro che portare i saluti. Mi è stato chiesto cosa potessero fare e ho detto che il modo per manifestare la loro vicinanza era quello di scrivere. Il bar – ha concluso – è stato riaperto, perché dissequestrato, non comprendo i motivi per cui mortificare l’aspettativa di gente che stava lavorando e che nulla aveva a che fare col procedimento penale del detenuto».

Una normale conversazione che arriva però alle orecchie della Dda di Lecce e diventa il volano di un infamante sospetto: avrebbe in qualche ipotetico modo agevolato il boss della mala tarantina Michele Cicala, stando a quanto si legge sull’atto che ne determina la sospensione. Bernardo Petralia firma il provvedimento su cui verga: «Il dirigente pubblico deve informare ogni condotta a criteri di correttezza» ed aggiunge: «la citata condotta è disciplinarmente rilevante». Di cosa parliamo? Avrebbe suggerito, rispondendo a uno sconosciuto, di poter indirizzare una lettera di saluti al detenuto. L’episodio non è recentissimo, tanto che Michele Cicala è stato nel frattempo assegnato ai domiciliari, per decreto del magistrato di sorveglianza. Ci risulta tutto previsto dalle norme e dai regolamenti, la corrispondenza privata nelle carceri esiste – al netto dei controlli – ed è difficile leggere in tale circostanza la malafede che il Dap sembra imputare alla direttrice Baldassarri. Che non si dà pace: «Non mi aspettavo un provvedimento del genere, sono ancora incredula, smarrita, sgomenta». Ed aggiunge: «Leggendo le motivazioni non riesco proprio a comprendere quale sarebbe il disvalore in questo caso disciplinare. Tengo a precisare che non sono indagata e non ho ricevuto alcun avviso di garanzia».

Baldassarri è molto nota in città e durante il Covid ha chiesto ai detenuti di rendersi parte attiva, cucendo migliaia di mascherine. Con l’Associazione Antigone ha promosso una serie di incontri sul tema della salute nelle carceri ed era stata tra le più ferme a condannare, in una recente intervista a un giornale locale, le gravissime violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

«È una delle più brave direttrici che abbia mai conosciuto, la conosco da anni e ha sempre agito in modo esemplare. Tra l’altro le hanno dato la direzione della casa circondariale tra le più difficili d’Italia, quella di Taranto che è notoriamente sovraffollata», dice Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino. Stessa opinione da parte del sindacato presente nella casa circondariale che ha emesso una nota. «Conosciamo la direttrice del carcere di Taranto e il suo operato e per questo diciamo che non ha mai dato adito ad alcun sospetto», scrive il segretario generale Uilpa penitenziaria, Gennarino De Fazio. «Abbiamo massima fiducia negli organi inquirenti e nel capo del Dap», aggiunge. «Ci sarà un contraddittorio che darà la possibilità alla direttrice di chiarire la propria posizione». A Taranto intanto c’è chi pensa ai malumori di qualcuno cui la direttrice andava stretta. Stefania Baldassarri era stata individuata, proprio per la particolare dedizione al sociale, come candidata sindaca nel 2017 a capo della lista civica Nuovo Coraggio, su cui converse il centrodestra. La popolarità era accresciuta di recente quando, lo scorso 2 giugno, su proposta del presidente del Consiglio Mario Draghi le era stato conferito il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica. Adesso arriverà il ricorso, preannunciato ieri, «da presentare quanto prima», come conferma l’interessata. Nel ricorso si potrebbe ricordare che l’ordinamento, allo stato attuale, non ha ancora messo al bando il reato di umanità.

Avatar photo

Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.